La Commissione sanità della Regione Puglia ha approvato una rivoluzione nell’attività di prevenzione del tumore al seno, estendendo a tutte le 40enni lo screening, facendo decadere i direttori generali che non fanno il loro dovere e stabilendo la gratuità dei test genetici BRCA, oltre che le attività di sorveglianza per le persone sane ma con storia familiare di tumore. Lo annuncia il presidente della commissione bilancio e programmazione della Regione Puglia, Fabiano Amati.
“Sono molto soddisfatto di un voto unanime espresso in qualche minuto, al servizio di una guerra a una malattia che colpisce 1 donna su 8, cioè tutte, e che viene dichiarata per appagare la più importante ma spesso dimenticata politica di genere per la vita – commenta ancora – Spero ora che il Consiglio regionale la approvi al più presto. La proposta di legge approvata dalla Commissione appaga una necessità di prevenzione che va slegata al più presto dalle pastoie burocratiche e ammessa alle modalità più risolute del chi-non-fa-perde-il-posto. Infatti: ad oggi tutti gli atti aziendali delle Asl dicono che devono essere invitate allo screening il 100% delle donne interessate. La media regionale di inviti, invece, dice che non si supera il 65 per cento: troppo poco per una regione che vuole prevenire gli effetti mortali di questa malattia. La proposta di legge prevede, a questo proposito, la decadenza dei manager Asl qualora non si raggiunga l’obiettivo indicato negli stessi atti aziendali”.
“Inoltre – spiega ancora – la proposta di legge estende la classe d’età dello screening alla fascia 40-49, non solo dunque alla fascia 50-74, e prescrive la fissazione delle date di screening a carico dei Centri senologici, nella periodicità prescritta, senza lasciare le donne in balìe delle file dinanzi allo sportello del Cup. La proposta di legge introduce la gratuità dei test genetici BRCA1 e BRCA2 alle persone sane ma con storia familiare di tumore, per individuare la sussistenza di una mutazione genetica e quindi la necessità di attivare un percorso di sorveglianza clinico-strumentale: anche l’attività di sorveglianza sarà gratuita ed erogata dai Centri senologici – conclude – Infine: la proposta di legge rinnova la dichiarazione di guerra al tumore al seno, senza alcuna indulgenza per lentezze e inerzie, provando a innovare profondamente per generare un rapido adattamento dell’organizzazione alle necessità di salute. E tutto questo perché è ampiamente dimostrato che nella pubblica amministrazione si stenta a compiere riforme e rivoluzioni perché il punto di partenza è sempre arroccato sul minore sconvolgimento degli assetti organizzativi, per via di umane resistenze all’abitudine, a discapito dell’oggetto centrale dell’attività che si ha il dovere di compiere e che in questo caso consiste nella protezione della vita umana dalla violenza della malattia”.