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Ospedale di Corato, in Ostetricia e Ginecologia arrivano i primi parti in area Covid

Pubblicato da: redazione | Gio, 13 Gennaio 2022 - 17:30

L’anno nuovo dell’Umberto I a Corato è ricco di novità, prima con una nascita a tempo di record sei minuti dopo la mezzanotte, ora con i primi nati nell’Area dedicata alle gestanti positive. Ad inizio 2022, infatti, l’unità operativa si è sdoppiata per poter gestire in tutta sicurezza anche questa domanda di salute, garantendo un’assistenza adeguata all’interno di un’area completamente isolata e dotata di quattro posti letto.

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«In sole 24 ore – commenta il direttore generale Antonio Sanguedolce – l’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia è stata in grado di offrire una risposta pronta ed efficace alle nuove necessità derivanti dall’emergenza sanitaria. Era importante che l’ASL Bari avesse un punto nascita con un’Area Covid a supporto della rete provinciale e la direzione dell’Ospedale, il direttore del reparto e il personale tutto hanno dimostrato grande professionalità e tempestività nell’allestire una struttura idonea in pochissimo tempo e per questo li ringrazio».

Un impegno ulteriore rispetto ad un anno, il 2021, che si è chiuso con 910 parti (più 5,2% rispetto al 2020) e 240 interventi chirurgici “maggiori”. Dati incoraggianti per le nascite, ma anche per l’attività riguardante tutte le patologie benigne uro-ginecologiche con approccio laparotomico, vaginale e laparoscopico. Sono stati superati i 500 interventi in day-service e sono state garantite 13.000 prestazioni ambulatoriali. Il nuovo anno, però, si è aperto con la novità dell’Area dedicata ad accogliere gestanti positive al virus Sars Cov 2.

«Questi dati pongono l’Unità operativa complessa di Ginecologia – spiega il direttore, dr. Lucio Nichilo – fra i reparti che non hanno vissuto il calo demografico né una riduzione delle attività assistenziali, riuscendo a risultare tra le più attive della Regione».

Particolarmente rilevante è l’indice di attrattività del reparto, che registra il 36,8% di utenza proveniente da altre ASL e il 4,3% da altre regioni, «a conferma – spiega Nichilo – che non solo abbiamo soddisfatto le esigenze della nostra comunità ma abbiamo anche intercettato ed esaudito le necessità inderogabili delle pazienti delle realtà vicine».

Uno sforzo reso ancor più complesso dall’emergenza sanitaria. «L’applicazione delle norme anti-Covid con un tale turnover di pazienti e la gestione di due aree di ricovero rigorosamente separate – sottolinea il dr. Nichilo – hanno richiesto un impegno importante e duraturo nel tempo, ma il risultato raggiunto premia il lavoro svolto con passione e abnegazione da tutti, medici, ostetriche, infermieri e operatori socio sanitari, in un momento così difficile per noi operatori e per l’utenza. E’ il frutto – conclude Nichilo – di un ottimo lavoro multidisciplinare, reso possibile dalla proficua collaborazione tra ginecologi, anestesisti, neonatologi nonché i servizi, coordinati e supportati egregiamente dalla Direzione Medica».

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