Registrato un crollo vertiginoso dei prezzi del carciofo brindisino in questa prima decade del 2022. Coldiretti Puglia attribuisce le colpe alla massiccia importazione da Egitto e Tunisia, e all’aumento dei costi di produzione.
“Inaccettabile il crollo dei prezzi di oltre il 70% per il carciofo violetto di Brindisi, il francesino, un prodotto pregiato che oggi vede le quotazioni a picco fino a 0,18 euro – tuona Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Coldiretti Brindisi – anche per la concorrenza spietata delle importazioni selvagge dall’estero di prodotto di dubbia qualità da Tunisia ed Egitto. Il prodotto di pregio, per non buttarlo, sta finendo all’industria di trasformazione.”
Una situazione delicata, segnata anche dall’inflazione che sale al 3,9%, mentre la crescita dei prezzi dei prodotti alimentari è minore e pari al 2,9%. Tutto ciò ha portato numerose piccole imprese a dover svendere il proprio prodotto pur di sopravvivere.
“Va riposta una particolare attenzione – sottolinea Coldiretti Puglia – alla provenienza dei prodotti acquistati con un deciso orientamento a sostenere gli acquisti di prodotti Made in Puglia per aiutare lavoro ed economia.”
Immagine paradossale, considerando che in Puglia si producono 1.245.400 quintali di carciofi, come ricordato da Coldiretti, di cui 475mila solo nella provincia di Brindisi.
“Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle – conclude Coldiretti Puglia – siamo pronti a presentare le prime denunce contro pratiche sleali per tutelare il lavoro e la dignità delle imprese agricole di fronte ad una nuova forma di caporalato nei confronti degli agricoltori.” (foto: pxhere)