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Senza pubblicità è più difficile giocare responsabilmente?

Pubblicato da: C. P. | Lun, 10 Gennaio 2022 - 08:58

12 Luglio 2018: questa data segna l’entrata in vigore del Decreto Dignità, pensato appositamente per vietare – in (quasi) qualsiasi forma e su qualsiasi canale – ogni pubblicità relativa al gioco d’azzardo. Le conseguenze di questo Decreto, tuttavia, non sono del tutto univoche e alcune di queste potrebbero avere un impatto non sempre positivo sull’esperienza di gioco dell’utente, specie se gioca online.

Il decreto Dignità: cosa implica

Con il Decreto Dignità viene vietata qualsiasi forma di sponsorizzazione, promozione e pubblicità di gioco d’azzardo (espressione con la quale si intende qualsiasi attività ludica per partecipare alla quale è prevista una puntata in denaro). Il decreto è entrato in vigore nel Luglio del 2018, e dava possibilità di sopravvivere per un anno ai soli contratti pubblicitari già esistenti. Scaduto questo termine, le violazioni al Decreto Dignità implicano adesso una multa del 20% del valore della sponsorizzazione, per un importo minimo di 50 mila euro.

Il Decreto Dignità è certamente stato pensato per favorire il solo gioco legale e un’esperienza ludica sicura e responsabile da parte di tutti quegli utenti che, in alternativa, sarebbero finiti preda di portali illegali o non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (la sola che garantisce la sicurezza dei casinò e bookmaker italiani). Malgrado le buone intenzioni, tuttavia, le ambiguità e i vuoti che si aprono sotto gli occhi degli utenti e degli operatori del settore sono molti: tra questi, l’assenza di una definizione specifica del concetto di “sponsorizzazione o pubblicità”, di per sé abbastanza fragile e che effettivamente si presta a interpretazioni arbitrarie. La sfumatura è tanto sottile da causare anche una certa ambiguità nel momento in cui subentrano le pubblicità autorizzate dallo Stato circa il gioco responsabile, poiché sarebbe possibile considerare anch’esse come una sponsorizzazione indiretta di alcune pratiche di gioco.

Perché parlare di gioco responsabile

Emerge chiaramente la necessità di parlare del gioco d’azzardo, così da sensibilizzare il più possibile i giocatori circa i pericoli del gioco illegale, della ludopatia e del modo esatto di riconoscere i casinò che effettivamente rispondono ai giusti criteri di sicurezza e rispetto per il giocatore. In questo senso, è necessario che passino dei corretti messaggi al giocatore, tra i quali quelli che gli permettano di verificare quali sono i casinò ADM e quali i casino non autorizzati AAMS, elemento che, in sostanza, rappresenta la possibilità di distinguere un casinò legale in Italia da uno che non lo è – sul quale, attenzione, è pur possibile giocare, ma senza tutele statali.

Il problema diventa molto più pressante se si considerano le conseguenze della pandemia: le chiusure delle sedi fisiche dei vari casinò ha portato a un autentico boom delle riconversioni di operatori e utenti al digitale, causando una vera e propria crescita esponenziale della sale da gioco digitali. Tuttavia, malgrado questa riconversione, le perdite per il mondo del gioco sono state considerevoli e non sono state ancora del tutto recuperate: questo dato rappresenta un importante campanello d’allarme, che potrebbe segnalare uno spostamento dell’utenza verso il mondo parallelo del gioco illegale, non regolamentato e non sicuro per l’utente. La conversione al digitale è assodata, ma sembra aver interessato appena il 40% dei giocatori: gli altri sono finiti altrove, probabilmente presso sale da gioco non controllate e approvate dallo Stato.

A conti fatti, parlare di gioco d’azzardo legalizzato e approvato dalla licenza ADM, da un lato implica certamente una maggiore sicurezza per il giocatore, la riduzione del rischio di ludopatia, l’impossibilità di registrazione per i minorenni e il rispetto della privacy di tutti gli utenti; dall’altro, tuttavia, comporta anche un’entrata per lo Stato che – per via della scomparsa di quel 60% di giocatori, con ogni probabilità finiti tra le fila degli utenti di casinò illegali – si è sensibilmente ridotta, per una perdita di oltre 5 miliardi di euro.

Più da vicino, i dati parlano di una contrazione del 75% per gli introiti delle videolotterie, del 45% per le scommesse e del 60% per gli apparecchi AWP: un danno notevole per gli utenti – privati dai casinò in nero di un controllo statale che li tuteli – e per gli operatori – che materialmente hanno visto ridursi il flusso di giocatori diretti sui loro portali – nonché per lo Stato – per un minor flusso di imposte sui giochi legali online e offline.

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