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Zucchero, tra cappelli e Blues

Pubblicato da: Ylenia Bisceglie | Dom, 9 Gennaio 2022 - 14:00

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Diamante”. Un mix perfetto tra Blues e Soul, un tono graffiante, un look iconico, un nome che se apparentemente non rispecchia il suo attuale modo di apparire, dice tanto di lui.  Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, è tra i cantanti e i cantautori italiani ad oggi più conosciuti in Europa e nel mondo per aver maturato uno stile di scrittura estremamente personale, unico nel suo genere.

La scelta del nome d’arte deriva da un ricordo d’infanzia, legato alla sua maestra delle elementari che, vedendolo un bambino molto timido e mansueto, gli ripeteva che era “dolce come lo zucchero”. Ed è probabilmente proprio quella pacatezza e il suo essere entrato in punta di piedi nel panorama musicale, ad avergli portato quella fortuna che merita!

Il sound Mediterraneo

Per Zucchero la musica non è solo un insieme di note o parole, è qualcosa di più intimo, di più carnale, di più emotivo. I suoi brani hanno un sound che potremmo definire mediterraneo, sono contraddistinti da un code-mixing, ovvero il passaggio da una lingua all’altra nel corso della stessa frase o dello stesso discorso, con l’inglese ma anche con il dialetto romagnolo.

La sua carriera è costellata di successi e grandi collaborazioni. Tutto inizia nel 1981 quando con “Canto te” vince il Festivalbar di Castrocaro, due anni dopo incide il suo primo disco “Un po’ di Zucchero”. Ma è il brano “Donne” a dare una vera svolta alla sua carriera. Nel testo viene celebrata la figura della donna nella sua bellezza, leggerezza, con i suoi difetti e talvolta le sue mancanze. Pur non ottenendo riscontri positivi da parte della critica, viene apprezzato dal pubblico, tanto da diventare un singolo di grande successo nel tempo.

Zucchero e le sue collaborazioni

Numerosi sono gli artisti di fama internazionale ad interessarsi a lui, Bocelli, Pavarotti, Eric Clapton, Joe Cocker e molti altri. Istintivo è dunque il riferimento a “Miserere”, cantata proprio con Pavarotti. Un brano solenne, in cui testo e la cui musica sono scritte da Zucchero stesso a seguito di un periodo di forte depressione, nel quale trova conforto e ispirazione nelle opere di Puccini. Miserere nella tradizione religiosa rappresenta il pentimento di un peccatore che invoca benevolenza divina, in quella popolare indica colui che si trova alla fine del suo viaggio su questa terra, una sorta di canto d’addio. In entrambi i casi è un inno alla speranza e alla misericordia. Intenso, profondo, forte, con una musicalità più cupa, più introspettiva del solito, in una sola parola: mozzafiato.

Il Look ricercato di Zucchero

Zucchero non passa inosservato per le sue produzioni ma nemmeno per il suo look. È estroso, eccentrico. Ama lo stile casual ma ricercato, obbligatoriamente abbinato ai suoi cappelli. “Ovunque poso il mio cappello, quella è casa mia”. La sua è una passione ereditata dal nonno paterno, il cappello è il simbolo di un “uomo saggio” ma allo stesso tempo libero. Ad oggi possiede una collezione di oltre 400 modelli in cui ognuno di essi ha una storia o proviene da una rinomata collezione. Cappello, occhiali scuri e giacche o gilet dal sapore vintage o country sono il suo biglietto da visita.

L’artista romagnolo viene definito “viaggiatore provinciale”, globale e locale, in grado di mettere in sintonia Reggio Emilia e il Sud degli Stati Uniti. In un’intervista dice di sé: “Sono una spugna, mi riempio la testa di immagini, le orecchie di suoni, il naso di odori. Se non viaggiassi la mia musica non avrebbe lo stesso respiro”. (foto: facebook zucchero)

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