Draghi, serpenti, rose, ma anche ali di angelo, alberi, ancore, arcobaleni e frasi o parole motivazionali . Sono alcuni dei soggetti più richiesti ad alcuni tatuatori nel Barese che, anche quest’anno, hanno accolto le richieste dei propri clienti, prima ascoltando le loro storie, poi trasformandole in opere d’arte tatuate per sempre sui loro corpi.
Dalla voglia di ripartire e rinascere più forti, lontani dalla memoria legata all’emergenza sanitaria che ha tenuto in sospeso moltissimi cittadini, alla necessità di ricordare i propri cari, venuti a mancare proprio durante i due anni legati alla pandemia, ma non solo. Sono tante le motivazioni che hanno portato molti a lasciare sulla propria pelle un segno indelebile, così come quello dei due anni di pandemia, che ha inevitabilmente toccato tutti nel profondo.
“C’è stato un boom dopo la prima pandemia e il superamento delle prime ansie – ha raccontato Monica Fabiano, tatuatrice dello studio Moby d’Ink Tattoo – all’inizio molta gente non sapeva se tornare a tatuarsi o meno per paura del contatto, ma anche dell’abbassamento delle difese immunitarie che avviene dopo un tatuaggio. Quest’anno però è esplosa nuovamente la passione per i tatuaggi. Si sta diffondendo uno stile sempre più personalizzato, si sta perdendo l’abitudine di richiedere cose identiche ad altre. Molti chiedono tatuaggi minimal o surrealisti” – ha sottolineato specificando che non sono mancati episodi bizzarri.
“Non a me personalmente, ma ad altri colleghi sono state richieste frasi dedicate al Covid anche divertenti – ha proseguito – ci sono stati tatuaggi con qr code green pass, ma anche il famoso ‘non ce n’è Covid’. In tanti però hanno chiesto anche arcobaleni e frasi come ‘andrà tutto bene’. Più di una persona si è affidata a noi con storie tristi da raccontare, spesso abbiamo rappresentato le loro storie in modo metaforico. In tanti ci hanno chiesto alberi, fili attorcigliati, fiori. Tante persone che ci hanno scelti hanno perso persone a causa del Covid e hanno voluto ricordarli così” – ha concluso sottolineando che ci sono state anche molte storie positive, in cui chi ce l’ha fatta, ha voluto “celebrare” con un tatuaggio. A confermarlo anche Gonnario Miceli, dello studio Freak ink Bari.
“In tanti hanno deciso di dedicare in maniera esplicita o meno un tatuaggio al momento storico – ha sottolineato – nel bene o nel male, nel momento in cui siamo tornati a quel minimo di normalità per molti è stato necessario raccontare in questo modo quello che avevano vissuto. Si sono regalati un premio per aver resistito ad un momento difficile. Tanta gente si è dedicata dei tatuaggi post Covid con analisi profonde su di sé dopo un periodo segnante. Ci sono state persone che hanno perso i propri cari, tra cui anche i genitori, oppure amici e familiari. Molti tatuaggi sono stati dedicati a loro. Poi, anche chi ne è uscito indenne, ha voluto segnarselo sulla pelle, come a voler dire ‘non mi ferma più nessuno’, una specie di medaglia al valore” – ha sottolineato.
“Ci sono stati soggetti che ho tatuato più spesso – ha aggiunto – come draghi, serpenti e rose, alcuni di questi erano strettamente connessi al periodo. Qualche giorno fa anche una testa di pipistrello – ha aggiunto – i clienti ci affidano le loro storie, non sempre chiediamo nel dettaglio, a volte immaginiamo quello che hanno passato e cerchiamo di raccontarlo al meglio, soprattutto dopo esperienze segnanti” – ha concluso.
Foto: primo tatuaggio Monica Fabiano, secondo tatuaggio Gonnario Miceli