L’attività di trading online prevede una tassazione secca sui guadagni generati in un determinato lasso di tempo, una volta conclusa un’operazione di compravendita. Per questo motivo un risparmiatore al momento della sottoscrizione di un conto, impiegato come riferimento per gli investimenti mobiliari, deve scegliere il regime fiscale a cui aderire: optando per quello amministrato, è l’intermediario finanziario ad occuparsi di tutti gli adempimenti di carattere dichiarativo; mentre, optando per quello dichiarativo, tutte le incombenze che riguardano la fiscalità sono a carico dell’utente. A volte accade però che la società scelta per operare non abbia una filiale con sede su territorio italiano e pertanto non possa fungere da sostituto d’imposta: in questi casi gli investitori sono obbligati a scegliere il regime dichiarativo.
È chiaro che il peso di determinati aspetti burocratici possa condizionare gli utenti nella scelta di un broker online, tuttavia, la modalità di contabilizzazione del regime dichiarativo può risultare decisamente vantaggiosa: in particolare, anziché versare l’imposta ad ogni operazione realizzata, è necessario considerare la somma algebrica di tutte le transazioni chiuse nell’anno fiscale di riferimento.
Inoltre, rispetto al passato, persino il tracciamento dell’attività di investimento è molto più semplice. Ad esempio, come si legge su Investingoal.it, etoro riguardo la dichiarazione dei redditi ha elaborato un sistema molto semplice da utilizzare, che permette di estrapolare con pochi semplici gesti tutti i dati da presentare al CAF o al proprio commercialista.
Come generare il documento contabile dalla piattaforma eToro
Il filtro, per reperire l’operatività relativa ad uno specifico anno, è integrato nella piattaforma proprietaria di eToro: è sufficiente, infatti, accedere alla sezione cronologia dal trading account personale e selezionare il menù estratto conto, avendo cura di inserire le date che circoscrivono il periodo in cui si è svolta l’operatività, oppure avendo cura di scegliere la voce “ultimo anno”.
A questo punto, attraverso il comando “crea”, il sistema elabora un file -sia in formato excel sia in formato pdf– a cui fare riferimento per la compilazione della certificazione fiscale. Il quadro RT del modello dichiarativo è preposto alla contabilizzazione degli acquisti e delle vendite effettuate sui vari asset e alla registrazione di plusvalenze o minusvalenze, mentre il quadro RW è utilizzato per la segnalazione delle consistenze e per il calcolo dell’IVAFE.
Tassazione degli strumenti finanziari negoziabili su eToro
Per i guadagni realizzati sui Contratti per Differenza e sulle real stock è applicata un’aliquota del 26%; le perdite, invece, possono essere utilizzate per abbattere l’imponibile entro i quattro anni successivi a quello in cui è maturata la minusvalenza. Naturalmente tale meccanismo di contabile non vale per i dividendi delle azioni, che fanno parte dei redditi da capitale e non possono compensare redditi diversi.
È opportuno chiarire che eToro in questa fattispecie trattiene alla fonte una percentuale superiore, che tiene conto della doppia tassazione dei titoli esteri. Anche gli Etf non armonizzati ricadono in un’eccezione: i guadagni realizzati su questa categoria di fondi passivi, infatti, non prevedono l’imposta del 26%, ma concorrono alla formazione del reddito IRPEF e pertanto ricadono nello scaglione di appartenenza della persona fisica.
Exchange eToro e CFD su crypto: differenze nel trattamento fiscale
Fra i vari asset disponibili alla negoziazione, presenti nel catalogo di eToro, meritano un approfondimento le criptovalute, poiché a seconda della modalità operativa adottata dall’investitore è previsto un trattamento fiscale specifico. I guadagni realizzati sui token, trattati mediante la replica sintetica dei Contratti per Differenza, ricadono nella casistica già evidenziata dei CFD, mentre l’acquisto diretto su exchange di asset digitali non è considerato dal regolatore attività speculativa -come ad esempio l’acquisizione di oro fisico-, di conseguenza non si applica tassazione entro certi limiti – il controvalore della crypto deve essere inferiore ad una certa soglia.
Un importo oltre tale limiti non può essere detenuto continuativamente oltre 7 giorni-. Naturalmente, trattandosi di un settore in veloce evoluzione, non sono da escludere cambiamenti in futuro, come quello contenuto nel recente chiarimento dell’agenzie delle entrate, riguardante l’obbligo di compilazione del quadro RW anche per criptovalute custodite in e-wallet.