L’ex sindaco di Casamassima, Maria Paola Susca Bonerba, sarà risarcita. Bonerba era finita a processo ed era stata assolta dopo 2 anni e 44 udienze (rinunciando anche alla prescrizione). La prima sezione civile della Corte d’Appello di Bari ha condannato il Ministero della Giustizia a pagare all’ex sindaco un indennizzo di circa 15mila euro.
Alla base di questa decisione “l’irragionevole durata del processo penale”. Bonerba, eletta con una lista civica di centrosinistra, era stata denunciata da 5 consiglieri comunali nel gennaio del 2000. Alla denuncia era seguito il processo con altri 11 imputati tra cui assessori, dirigenti e dipendenti comunali accusati di falso e concussione per la retrodatazione di una delibera per l’accesso ad un finanziamento per i lavori di ristrutturazione di una scuola elementare.
Il processo aveva avuto inizio nel 2004 con il rito del giudizio immediato. Il primo grado si è concluso nel 2015, dopo 39 udienze, con l’assoluzione per quasi tutti i reati e la prescrizione per altri. Accogliendo il ricorso del difensore (l’avvocato Domenico Conticchio), il giudice delegato aveva già riconosciuto nei mesi scorsi un indennizzo pari a circa 6.500 euro calcolando gli anni di durata in eccesso rispetto a quella di 5 anni prevista per due gradi a giudizio.
La difesa ha però presentato un reclamo chiedendo di più. I giudici infine hanno dato ragione ala difesa per l’angoscia, l’ansia, la frustrazione e il senso di umiliazione che derivano all’imputato che “aneli a vedere proclamata la prorpia innocenza, stati psicologici da ritenersi vieppiù amplificati in un soggetto che rivesta una carica pubblica” pertanto maggiormente esposto a “vedere seguita dai mass media la propria vicenda giudiziaria”. Da qui la decisione di riconoscere all’ex sindaco il risarcimento di circa 14mila euro.