“La farmacia presidio di NoVax? Ma scherziamo?! La farmacia è stata è e sarà presidio di salute”. E’ la risposta del presidente dell’ordine dei farmacisti di Bari e Bat, Luigi D’ambrosio Lettieri, all’appello pubblicato ieri sui social dal professor Silvio Tafuri. Quest’ultimo, in particolare, aveva rivolto un messaggio al presidente dell’ordine dei farmacisti in merito alle file di cittadini in attesa del tampone fuori dalle farmacie, accusando le stesse di essere “Tamponifici al servizio dei novax”.
“Innanzitutto ricambio al professor Tafuri i pensieri di viva cordialità e stima e lo rassicuro che il suo “appello” ha già trovato riscontro in una mia apposita nota – scrive D’ambrosio Lettieri – la considerazione che ho per il professore, però, mi suggerisce qualche piccola considerazione. Prima di metodo. Devo constatare che questa drammatica esperienza pandemica oltre a vite sacrificate, salute compromessa, posti di lavoro perduti, aziende chiuse e danni economici incalcolabili, ha prodotto profonde trasformazioni nei nostri comportamenti producendo, anche per opera di menti illuminate, quella che nel vocabolario corrente è definita infodemia: una sorta di epidemia dell’informazione che consente la rapida diffusione, con il supporto dei social, di notizie inesatte o, talvolta, completamente false. Dato che col professor Tafuri abbiamo un rapporto diretto e personale che si avvantaggia anche della reciproca conoscenza delle utenze telefoniche, è il caso di dire che “una telefonata allunga la vita” ma, soprattutto, evita di affidare alla infruttuosa vanità dei like informazioni che non mi sembrano adeguate allo stile accademico” – ha sottolineato citando poi alcuni tratti del post di Tafuri e analizzandoli nel dettaglio.
“I verbi utilizzati con tono imperativo – prosegue – mi lasciano sgomento se solo penso alla riconosciuta competenza di chi scrive e alla dimestichezza con il vocabolario e con la capacità di analisi. Mi astengo dal documentare le valutazioni unanimi che rappresentanti delle Istituzioni, dei corpi sociali intermedi e della cittadinanza aattiva hanno reiteratamente espresso riconoscendo il ruolo straordinario svolto da farmacisti e farmacie in questa tragedia senza fine” – ha specificato ricordando l’assistenza sanitaria riferita alla dispensazione dei medicinali e alla erogazione dei numerosi servizi qualificati assicurati con continuità, anche nel periodo più duro della pandemia.
“La farmacia c’è stata e continua ad esserci – ha detto ancora – è il luogo dove la buona sanità si arricchisce di umanità. Pochi non lo hanno capito. Ancor meno sono quelli che non lo riconoscono. La farmacia è stata è e sarà presidio di salute dove, grazie alle competenze scientifiche e al solidissimo rapporto fiduciario che lega il farmacista alla Persona, si riescono anche a convincere gli esitanti, i dubbiosi, le persone contaminate dal pregiudizio, che la strada maestra per uscire da questo incubo è la profilassi vaccinale. E anche in questo i dati dell’ISS parlano chiaro e confermano quel che dico” – ha evidenziato tornando ancora su una frase del post di Tafuri che scriveva “siamo fuori dalla logica del servizio pubblico e dell’assistenza”.
“No Silvio caro – ha scritto ancora – siamo perfettamente dentro il servizio pubblico. E ci siamo con umiltà, con orgoglio e con il rispetto che portiamo per le persone e per il nostro Paese. Un servizio, quello pubblico, che grazie alle farmacie, quali presidi sanitari polivalenti del territorio, ha retto le sfide insidiose di un nemico invisibile, violento e sconosciuto. Lo dicono persone ben informate dei fatti. A iniziare dal Capo dello Stato, al Premier, al Ministro della Salute e al Presidente della nostra Regione. Ma lo dicono soprattutto le persone: quelle che hanno ricevuto un farmaco a casa quando non si poteva uscire, quelle che avevano finito l’ossigeno e abbiam fatto salti mortali per assicurarlo, quelle anziane che sono state aiutate ad assumere per bene i farmaci come indicato dal medico curante, quelle che hanno ottenuto la stampa del green pass senza pagare un centesimo, quelle che hanno avuto dal farmacista, anche gratis, un flaconcino di gel disinfettante preparato nel laboratorio quando non se ne trovava in giro. Lo dicono quelle che hanno fatto disciplinatamente la coda presso le farmacie per l’esecuzione del tampone necessario per andare a lavorare, per andare a far visita alla nonna degente in una RSA, per andare a scuola. E quelle, e sono tantissime, che in questi giorni si stanno vaccinando in farmacia, affidandosi al consiglio del farmacista di fiducia” – ha precisato.
“Test diagnostici e vaccinazioni disciplinate da specifiche norme e da protocolli operativi col sigillo delle Istituzioni che hanno chiesto alla farmacia italiana un po’ di aiuto per decongestionare gli hub e restituire i medici ivi reclutati ad attività più rilevanti. E noi non siamo stati sordi alle accorate richieste – ha aggiunto a monte del messaggio – caro Professore, mi dispiace se sei stato “vittima” di un disservizio. Ma tu che conosci bene la nostra sanità e i suoi tempi travagliati capirai che può anche capitare. Se invece hai constatato comportamenti contrari alla legge e ai precetti deontologici non affidarti ai social, ti prego. Nomi, cognomi e una segnalazione all’Ordine che è diligente e provvede nei modi previsti. Ma tu che sei uno stimato professore, almeno per questa volta non darla ai farmacisti la tua lezione. Ti assicuro che non ne hanno bisogno e credo sia ingiusto attribuire a loro la colpa degli atti irresponsabili di chi si pone con arroganza contro la scienza. Sii fiducioso: insieme e pian piano convinceremo anche gli irriducibili! E per la prossima volta affrontiamo i problemi nelle sedi giuste: magari con una telefonata che allunga la vita e rinsalda i rapporti personali che, ne sono certo, Covid non riuscirà a pregiudicare mai” – ha concluso.
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