Sei cani, legati quasi certamente al fenomeno dei combattimenti clandestini, sono stati salvati grazie a Humane Society International (HSI) e alla Fondazione Cave Canem (FCC) e portati in un rifugio sicuro a Roma per essere curati e riabilitati.
L’operazione di sequestro dei cani è stata condotta in provincia di Salerno dalla Procura della Repubblica di Lagonegro, dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Sala Consilina con l’ausilio dei Carabinieri Forestali di Padula. All’interno dell’operazione è stato scoperto anche un primo spazio all’allenamento degli animali e un secondo dedicato alla loro riproduzione.
Comincia con questa vicenda il nuovo progetto “Io Non Combatto”, nato dalla volontà di prevenire e reprimere i combattimenti clandestini tra cani, grazie alla collaborazione di partner come i Carabinieri Forestali e l’Università di Napoli Federico II.
I sei pitbull, quattro femmine e due maschi, che mostrano tutti i segni dei maltrattamenti subiti: cicatrici, ferite aperte, magrezza, fobia e aggressività, sono stati trasferiti in un rifugio di Roma a seguito della richiesta da parte della Procura di Lagonegro e della ASL di Salerno.
La custodia giudiziaria è stata assegnata alla Fondazione CAVE CANEM, che opera insieme a Humane Society International nel progetto “Io non combatto”, per dare agli animali un riparo accogliente, le attenzioni e il supporto necessari a garantire il loro recupero psicofisico.
Una volta giunti al rifugio, i cani sono stati immediatamente sottoposti a tutti gli accertamenti veterinari utili a ottenere un quadro completo sul loro stato di salute e sono stati coinvolti in scrupolose valutazioni comportamentali per stabilire il miglior percorso di riabilitazione per ognuno di loro.
“Questa operazione è la prima di innumerevoli azioni integrate contemplate dal progetto “Io non combatto” e pensate per riportare l’attenzione su un fenomeno criminale di violenza inaudita quale è il combattimento tra animali – spiega Federica Faiella, Cofondatrice e Vicepresidente della Fondazione Cave Canem – i sei cani tratti in salvo, presentano segni di maltrattamento evidenti e disagi comportamentali di rilievo. Al loro fianco ci sarà d’ora in poi un team di medici veterinari e educatori cinofili che li accompagneranno in un percorso di recupero restituendo l’equilibrio perso e donando loro la speranza di una famiglia”.
“Le cicatrici sui corpi di questi cani e la tristezza nei loro occhi dimostrano che questa pratica illegale è ancora presente e rimarcano la necessità di dare vita a un progetto come Io Non Combatto con l’obiettivo di agire con forza per reprimerla e aiutare gli animali coinvolti – sottolinea Martina Pluda, direttrice per l’Italia di HSI – solo con un’azione congiunta e unita e con il supporto, le competenze e la sensibilità di magistrati, Forze dell’Ordine, veterinari, educatori cinofili, volontari e cittadini possiamo fermare queste attività criminose a danno degli animali”.