Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Rimmel” Nel mondo della canzone d’autore, De Gregori è un rivoluzionario. Lui non ama essere chiamato “Maestro”, l’unico soprannome che accetta è “Principe”, datogli da Lucio Dalla durante il Banana Republic.
Secondo De Gregori l’artista non ha altra responsabilità nei confronti del pubblico che “essere sé stesso” ed esprimere sé stesso. Diversi sono i significati attribuibili ai suoi tesi ed è proprio questo il punto: la musica deve suscitare un’emozione, soggettiva; l’interpretazione è un processo personale senza nessuna regola, la musica regala quello che ciascuno in essa cerca. Il cantautore romano si avvicina alla musica iniziando con l’opera, per poi passare a Bob Dylan e alla musica popolare, con lo sguardo sempre attento ai grandi nomi della musica italiana e americana.
È nel 1975 che, con l’album “Rimmel”, Francesco De Gregori si consacra tra i grandi del cantautorato italiano. Il suo LP è il più venduto dell’anno in Italia.
All’interno alcuni tra i suoi brani di maggior successo, da “Rimmel” per l’appunto a “Buonanotte fiorellino”, e ancora “Pablo”. “Rimmel” è metafora di un amore, di un trascorso sereno ma che adesso viene guardato con malinconia, una sorta di calma interiore che tuttavia segna la fine di una relazione. Parla di come col tempo anche la rabbia si smaltisca tanto da confondere “i miei alibi e le tue ragioni”, di come l’amore possa essere metafora di una partita di poker nella quale si può vincere, perdere o sbagliare.
“Alice” è un brano da lui stesso definito “strano”, atipico. L’ispirazione nasce dall’Alice di Carroll, frutto delle illustrazioni di John Tenniel. Appena pubblicata la canzone viene giudicata incomprensibilmente criptica, ma col passare del tempo raccoglie un successo sempre crescente. Il brano non racconta solo una storia, racconta tante storie completamente slegate tra loro, senza alcuna connessione. Ogni strofa è indipendente da quella precedente, unico filo conduttore è lei, Alice. Alice in verità non è protagonista di nessuna delle storie narrate, proprio come accade nella famosa fiaba, tutto quello che le accade attorno non le interessa o probabilmente non è nemmeno a conoscenza che qualcosa stia accadendo. Lei sogna un mondo diverso, vive una realtà diversa. Alice è il racconto di un giorno qualunque, guardato probabilmente con gli occhi inconsapevoli di una bambina.
De Gregori è un cantautore che potremmo definire sospeso tra sogno e realtà. Con eleganza trasforma interrogativi, immagini ed emozioni in prosa, unendoli a melodie spesso sussurrate, eseguite per lo più con strumenti classici. Ermetico ma anche didascalico, sempre lontano da ogni tipo di musica commerciale, segue principalmente due filoni nella sua poetica: quello lirico-letterario e quello etico-storico-politico.
“Generale” è chiaro esempio di questo secondo filone. È il manifesto di De Gregori contro la guerra, è la volontà di mostrare l’atrocità della guerra. Il testo, fondamentalmente autobiografico, descrive la vita delle giovani leve, lontane da casa, costrette a stare lontano dai propri cari. Descrive pensieri semplici, speranze e il vuoto lasciato anche da quella che alla fine si rivela essere una vittoria contro il nemico.
Nonostante i cambiamenti avvenuti nel panorama musicale, nonostante il passare del tempo, De Gregori resta attuale, amato da tutti quelli che credono che infondo nella musica non ci sia nulla da capire ma basti anche solo “sentire”.