Studiare all’Università è sempre più un lusso per pochi e non un diritto di molti. Lo hanno detto chiaro e forte gli studenti Baresi che questa mattina hanno organizzato un flash mob in piazza Cesare Battisti a sostegno della proposta di cambiamento del regolamento tasse.
In media i costi per uno studente universitario si aggirano tra i 5.000 e i 5.500 euro annui, 11.000 se si tratta di fuorisede. Negli ultimi anni, inoltre, sono aumentate le tasse universitarie negli Atenei, un incremento importante di tassazione che al Sud ha registrato una crescita media di +131,32% negli ultimi 15 anni. “Siamo tra gli ultimi Paesi in Europa per numero di laureati ma il diritto allo studio non viene riconosciuto ancora come priorità in cima alle agende politiche, come anche la distribuzione dei fondi del PNRR dimostra – ha dichiarato Gennaro Cifinelli, Coordinatore di Link Bari – crediamo fermamente che un Paese per crescere debba puntare sulla gratuità dell’istruzione abbattendo un’importante barriera all’accesso come quella della tassazione e dei costi legati allo studio” – ha concluso.
“In molti stati europei il diritto allo studio è perfettamente garantito – ha sottolineato invece Michele Chiusano, Consigliere Nazionale degli Studenti Universitari di Link Bari – in alcuni casi anche incentivato mediante ulteriori sostegni come il reddito di formazione e, nonostante questo, le tasse sono nulle o non gravose sulle tasche di studenti e studentesse. In questi anni, a seguito di nostre richieste e mobilitazioni a livello locale e nazionale, è stata disciplinata la no-tax area a livello nazionale e nel nostro ateneo innalzata per comprendere quei soggetti con ISEE inferiore a 25.000€ garantendo a quasi uno studente su due dell’Uniba l’esenzione dalle tasse. Questo è un importante passo avanti ma non basta” – ha concluso.
Alle loro parole fanno eco quelle di Silvana Federighi, candidata al Senato Accademico per Link Bari che ha ricordato che “mentre c’è chi propone l’indebitamento come strumento di risoluzione del problema tassazione, noi siamo convinti che lo studio sia un diritto non contrattabile e per questo chiediamo al nostro Ateneo, e al Parlamento, di innalzare la no-tax area a 30.000 euro ISEE e di cambiare il regolamento tasse Uniba abbassando le tasse per i redditi più bassi immediatamente successivi all’esenzione, maggiormente colpiti dalla pandemia e dagli effetti sociali che la stessa porta” – ha concluso.