FLC Cgil, UIL Scuola, Snals-Confsal e Gilda sul piede di guerra, indetto lo stato di agitazione e una manifestazione di protesta. Il sit-in avrà luogo martedì 23 novembre alle ore 15:30 davanti l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia.
“Si tratta di una manifestazione di protesta e di denuncia contro la mancanza di investimenti adeguati in favore del personale scolastico – sottolineano i sindacati – con il conseguente aumento del differenziale salariale rispetto alla media degli stipendi europei e degli altri comparti della stessa Pubblica Amministrazione, un gap che attualmente supera i 300 euro”.
Le criticità evidenziate dai sindacati, riguardano non solo le differenze economiche e la mancata erogazione degli investimenti, ma anche i tagli al personale ATA che rischiano di mettere in ginocchio buona parte della macchina scolastica pugliese.
“Gli adempimenti previsti dai protocolli sanitari contro l’emergenza COVID vengono scaricati sulle spalle del personale scolastico senza alcun riconoscimento economico – si legge nella nota – e il disegno di Legge di Bilancio prevede dal 1° gennaio ulteriori tagli di organico perché rischiano di non essere prorogati, solo in Puglia, 2.500 contratti di personale ATA”.
I sindacati lamentano sia la mancanza di fondi sia il declino raggiunto dalla macchina scolastica pugliese, sempre più in balia di agenzie esterne di natura privata. “La condizione in cui si vuole lasciare la scuola di questo Paese, per la mancanza di investimenti, con il pretesto del decentramento amministrativo e di un’anacronistica autonomia scolastica – tuonano i sindacati – trasforma tutto il personale scolastico in apparato burocratico sottopagato e sempre più in balia di agenzie esterne, per lo più di natura privata”.
“Per questi motivi il giorno 23 novembre, in concomitanza con il tentativo di conciliazione nazionale, manifesteremo unitariamente per rivendicare stipendi dignitosi che valorizzino, nei fatti e non a parole, la professionalità docente – continua la nota – risulta, ormai, improcrastinabile una revisione e valorizzazione dei profili professionali di DSGA, assistenti amministrativi e tecnici, collaboratori scolastici”. La minaccia, in caso di mancato ascolto da parte del governo e degli organi competenti, è quella di uno sciopero generale del comparto scolastico.
“In assenza di segnali significativi e di una reale inversione di rotta, se le nostre richieste non saranno accolte dal governo – concludono le segreterie – l’iniziativa di martedì 23 novembre lancia dalla Puglia la richiesta netta e chiara di indizione urgente dello sciopero del comparto”.