Dopo le assemblee delle ultime settimane, entra nel vivo la mobilitazione per la vertenza della Cassa Prestanza. Domani si terrà una manifestazione in piazza Libertà e nel frattempo la Cisl Funzione Pubblica di Bari ha promosso un ricorso contro il Comune di Bari per ottenere, in favore dei ricorrenti, lavoratrici e lavoratori iscritti all’Ente assistenziale e previdenziale istituito dal comune di Bari oggi in liquidazione per crisi di sovraindebitamento, il risarcimento del danno patrimoniale subito .
“Riteniamo – dichiara Francesco Capodiferro Segretario Generale della Cisl Fp barese – che la Cassa sia un organismo pubblico a controllo pubblico e che pertanto la crisi patrimoniale possa e debba essere gestita dall’Ente che aveva ed ha tutti gli strumenti normativi e finanziari per farvi fronte . Il tempo della ricerca di soluzioni attraverso il confronto con le istituzioni locali e nazionali è terminato con un nulla di fatto e ha visto la “politica” defilarsi e sparire completamente dalla scena”.
“A questo punto della vertenza – prosegue Capodiferro – considerato che le lavoratrici e i lavoratori del Comune di Bari che per anni hanno versato parte della loro retribuzione rischiano di rimanere con un pugno di mosche in mano e perdere i risparmi di una vita nell’assoluta indifferenza di quanti avrebbero potuto e dovuto vigilare sia su la legittimità dell’organismo che su la sua sostenibilità finanziaria funzionale ad uno Statuto approvato con delibera consiliare, lasceremo che siano i giudici ad esprimersi in merito a eventuali responsabilità, dirette e indirette, da parte dell’Ente fondatore (Comune di Bari) e quindi a dover risarcire i danni patrimoniali eventualmente cagionati a quanti hanno aderito al ricorso promosso dalla Cisl Fp”.
“Siamo consci – conclude – che il Comune di Bari, utilizzando i soldi dei cittadini baresi, si opporrà a una tale evenienza, ma a costo di giungere fino alla Corte di Giustizia Europea chiederemo ai danneggiati di non arretrare di un solo passo: non possono sparire nel nulla oltre 15 milioni di euro di ignari lavoratori senza che nessuno sia chiamato a risponderne”.