La caduta, al frattura dell’omero, il pianto e la corsa al pronto soccorso che si trasforma in una maratona. A Bari è ancora un weekend da incubo all’ospedale Giovanni XXIII, dove domenica scorsa 14 novembre mamma e figlio di 6 anni hanno dovuto attendere 11 ore per ricevere consulto al pronto soccorso. Precisamente dalle 9.30 alle 20.15.
“Siamo stati nella sala dalle 9.30 – racconta la mamma a Borderline24 – accettazione ricevuta alle 10.30, sapevo che in quel momento c’era un caso urgente da quando eravamo arrivati, quindi mi sono armata di pazienza. Poco prima altre due famiglie avevano ottenuto la visita del medico ed erano andate via”. L’incidente era avvenuto la sera precedente, ma visto il peggioramento la mamma ha deciso di andare al pronto soccorso la mattina seguente.
“Il problema è che qui ci si ammala ad aspettare – continua -. Potevo capire se ci fossero state tante persone prima di noi ma eravamo solo in tre, mio figlio ha avuto tanta pazienza, un piccolo ometto. Se ci fossero state alternative avrei fatto altro, ma dove posso andare nel weekend se non in ospedale?”.
Le ore passano e non c’è traccia del radiologo. “All’improvviso hanno chiamato quello reperibile e abbiamo dovuto aspettarlo per fare la radiografia. Poi la fasciatura e la consegna delle carte al pronto soccorso. Inutile riportare che ci hanno fatto perdere ancora altro tempo. Una giornata disumana, il bimbo era arrivato allo stremo e con tanta fame”.
Adesso il piccolo sta bene ed è tornato a casa. “Ha una fasciatura per la frattura dell’omero. Ieri sera è crollato in macchina era esausto. Ci siamo arrangiati per lui con snack portati da casa e presi al bar, ricordiamoci che parliamo di bambini. Devo riconoscere che i medici sono stati bravi ed erano in affanno. È tutto il resto che non funziona”.
Oltre alle numerose segnalazioni su social, un caso simile, se non più grave, era stato segnalato lo scorso 4 novembre da Borderline24: “Nemmeno gli animali vengono trattati così”, lo sfogo del papà barese, Daniele D’Introno. Il Pediatrico vive un periodo di pressione per il virus sinciziale, la situazione è comunque sotto controllo.