Diciassette provvedimenti sono stati eseguiti dalla polizia nei confronti dei più radicali affiliati al canale Telegram “Basta Dittatura”. Nei loro confronti sono ipotizzati, a vario titolo, i reati di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e di istigazione a disobbedire le leggi.
Gli indagati istigavano sistematicamente all’utilizzo delle armi e a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il canale social “Basta Dittatura” è uno degli spazi web di maggiore riferimento nella galassia dei negazionisti del Covid 19.
Il canale era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati. Le complesse attività che ne sono conseguite, svolte congiuntamente dalla Polizia Postale e dalla Digos di Torino, sono state condotte per diverse settimane monitorando h 24 il canale divenuto- sottolinea una nota della Polizia- polo principale nell’organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale.
C’erano anche le forze dell’ordine, i medici, gli scienziati, i giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di “asservimento” e di “collaborazionismo” con la “dittatura” in atto tra gli obiettivi di ‘Basta Dittatura’, la chat di riferimento della galassia dei negazionisti del Covid-19. Frequenti erano i riferimenti espliciti a “impiccagioni”, “fucilazioni”, “gambizzazioni”. Nei messaggi si alludeva anche a una nuova “marcia su Roma”. Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi “schiava” dello Stato.
Tra gli indagati ci sono persone già note alle forze dell’ordine; alcune hanno precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, rapina, estorsione e in materia di stupefacenti. Non mancano però anche gli incensurati, che online si sono avvicinati alle posizione No Vax. Tra gli identificati anche persone che in passato avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari e partecipato a disordini di piazza.
“Ci stanno dando la caccia. Stiamo attenti. La verità fa male a questo governo”. È uno dei commenti apparsi su alcune chat Telegram No Vax e No Green Pass dopo la notizia delle perquisizioni a carico degli attivisti della chat ‘Basta dittatura’. C’è anche chi propone nuove proteste. “Potremmo organizzare gruppi di centinaia di persone – si legge – ed entrare senza mascherine in un centro commerciale. Ci rivolgiamo alle forze dell’ordine: state difendendo un governo che non è giusto, che sta facendo male. Il popolo si sta ribellando non perché è cattivo. Il nostro è un modo di dire no alle ingiustizie”.
Minacce ai magistrati della procura di Torino e alla polizia che indagano a carico degli attivisti della chat ‘Basta dittatura’. “Sapete cosa fare” si legge sui canali Telegram No Vax e No Green pass che hanno diffuso la notizia delle perquisizioni di questa mattina. “Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe, così la smettono con questa dittatura”, è uno dei tanti messaggi ora al vaglio della Digos della Questura di Torino.
Le 16 città coinvolte nell’operazione sono: Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese. E’ stata eseguita dalla polizia di Torino con i Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.