Ricominciano a salire i contagi in tutta Italia e secondo gli esperti la curva aumenta molto rapidamente. L’indice di replicazione diagnostica (RDt) a livello nazionale sui dati del 13 novembre è pari a 1,42 e superiore all’uno in tutte le regioni.
Queste stime, riportate dal gruppo di lavoro MADE (Monitoraggio e Analisi dei Dati dell’Epidemia) dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, indicano una significativa accelerazione nella diffusione dei contagi che, a parità di condizioni, potrebbe portare tra due settimane 5 regioni (Liguria, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Valle d’Aosta, e la provincia autonoma di Bolzano) a superare la soglia del tasso di incidenza settimanale di 250 casi per 100.000 e altre 8 sopra 150 casi per 100.000.
Le preoccupazioni puntano al Natale, periodo che potrebbe far salire ancora più rapidamente l’indice e la curva dei contagi. Preoccupazioni che non colpiscono il sottosegretario alla salute, Andrea Costa.
“La situazione epidemiologica è sotto controllo in vista del Natale – sottolinea Costa, durante la trasmissione 24 Mattino su Radio 24 – non dobbiamo veicolare dei messaggi di allarme o di troppa preoccupazione, gli italiani si sono in gran parte vaccinati e negli ospedali la situazione è sotto controllo”.
Preoccupa invece la situazione contagi in Friuli-Venezia Giulia, ad un passo dal ritorno in zona gialla. L’allarme parte dalle parole del presidente della regione Massimiliano Fedriga. “Non possiamo far pagare il prezzo di eventuali nuove chiusure ai vaccinati, che hanno difeso sé stessi e gli altri, partecipando alla campagna vaccinale – commenta Fedriga – siamo a un passo dalla zona gialla e questo è dato dal numero dei ricoveri anche in area medica, molto vicino al 15%”. Il passaggio in zona gialla presenta comunque misure molto contenute, ciò che allarma il presidente è il possibile passaggio alla successiva zona arancione.
“Il passaggio alla zona arancione sarebbe drammatico per l’economia, è una cosa che non possiamo e non dobbiamo permettere – ha aggiunto Fedriga – dunque è chiaro che l’invito che continuo a fare è vaccinarsi, se ancora non lo si è fatto, e a fare la terza dose dopo i sei mesi”. Anche la fondazione Gimbe, sottolinea la rapida ascesa dei contagi, e la preoccupazione per il Friuli.
“I casi di Covid-19 aumentano in Italia, ma in modo non omogeneo – spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – a Trieste i numeri cominciano a preoccupare, poi ci sono Bolzano e Gorizia, l’unica regione che rischia di vedere il giallo in tempi non lunghissimi è il Friuli Venezia Giulia”.