La pandemia sta compromettendo i progressi nella lotta al morbillo, causando un drastico calo delle vaccinazioni e riducendo la capacità di diagnosi e sorveglianza. Senza interventi immediati l’infezione potrebbe presto rialzare la testa in tutto il mondo. L’allarme arriva da una nota congiunta diramata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dai Centers for Disease Control and Prevention americani.
Nel 2020, spiegano le due organizzazioni, 22 milioni di bambini non hanno ricevuto la prima dose del vaccino contro il morbillo, 3 milioni in più rispetto all’anno precedente. Inoltre, si è ridotto il numero di campioni biologici inviati in laboratorio per confermare l’infezione, a riprova di un deterioramento della capacità di sorveglianza dell’infezione. In 26 Paesi si sono verificati importanti focolai.
“Un gran numero di bambini non vaccinati, focolai di morbillo e un peggioramento della capacità di rilevamento e diagnosi dovuto al dirottamento delle risorse nella risposta a Covid-19 sono fattori che aumentano la probabilità di decessi correlati al morbillo e gravi complicazioni nei bambini”, ha avvertito Kevin Cain, a capo della divisione di Immunizzazione Globale dei CDC.
Con 7,5 milioni di casi a livello globale, nel 2020 si è registrato un calo di oltre l’80 per cento dei casi di morbillo. Ma il dato, secondo l’Oms, non deve ingannare perché frutto delle restrizioni imposte dalla pandemia. “Anche se i casi di morbillo segnalati sono diminuiti nel 2020, le prove suggeriscono che probabilmente stiamo assistendo alla quiete prima della tempesta poiché il rischio di epidemie continua a crescere in tutto il mondo”, ha affermato Kate O’Brien, direttrice del dipartimento Immunizzazione, vaccini e prodotti biologici dell’Oms. “È fondamentale che i paesi vaccinano il più rapidamente possibile contro il Covid-19, ma servono ulteriori risorse affinché ciò non non vada a scapito dei programmi di immunizzazione essenziali”.
(ANSA)