Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Amore fermati” Una vocalità avvolgente e sussurrata, “Doce Doce”. “Doce Doce” non è solo il titolo di un brano del suo 45 giri, ma è un modo di descrivere e definire il suo stile musicale. Fred Bongusto fin dai primi anni ’60 sceglie uno stile assolutamente inedito: cerca un connubio quello tipico dei crooner e la lingua napoletana.
Il nome di Fred Bongusto è indubbiamente legato al suo evergreen “Una rotonda sul mare”. Il brano è la prima traccia del lato A del suo secondo disco “Le canzoni di Fred Bongusto” uscito nel 1964. Per anni milioni di innamorati si sono dedicati promesse d’amore sulle note di questo brano e gli stessi milioni hanno creduto che l’ispirazione del testo fosse Termoli, essendo lui nato a Campobasso. Pochi anni dopo la rivelazione dall’autore del testo Franco Migliacci: quella rotonda non era sul mare in verità ma su di un lago, per l’esattezza quella dell’Hotel Lido di Passignano sul Trasimeno. Il mare, una semplice licenza poetica.
Fred è il re della notte. Ascoltandolo è facile immaginarsi in un night club degli anni ’60, ’70 ad attendere l’alba per sentirlo intonare soffusamente le canzoni che accompagnano e descrivono quel periodo storico noto come la dolce vita. Il suo stile musicale è apertamente ispirato ai grandi d’America come Luis Armstrong, Dean Martin e Frank Sinatra. Fred Bongusto predilige basse tonalità, la sua canzone è intima, i suoi brani sono quasi una chiacchierata confidenziale, i suoi modi sono eleganti.
Non sono solo le sue parole però ad essere eleganti, lo è anche il suo stile. Fred predilige per i suoi concerti blazer blu, spesso abbinati ad una pochette vellutata e doppiopetto portato in modo sopraffino.
I suoi concerti non sono mai urlati, il suo pubblico ama ascoltare la sua musica capace di raccontare una intera storia, quasi come fosse un piccolo cortometraggio, sempre contaminato dal jazz americano e dalla Bossa Nova brasiliana. Al piano bar Fred si esibisce con i suoi migliori pezzi “Tu sei così”, “Che bella idea”, “Bellissima Bruttissima”, “Mare non cantare”.
Tra luna, mare e whisky, è la donna tuttavia ad essere il centro dei suoi testi, musa del suo esclusivo universo musicale. L’amore cantato nelle sue canzoni è un amore sognato, uno di quelli che nasce guardandosi da lontano, un amore talvolta irreale e irrealizzabile.
L’amore e il romanticismo sono però anche ironia. E Fred lo dimostra con “Spaghetti a Detroit”. Una voce che sembra quasi provenire da un grammofono, un brano che apparentemente vintage che racchiude in sé da un lato l’Italia con i suoi stereotipi culinari, dall’altro l’America, rappresentata da una città altrettanto stereotipata, tipica da gangster.
Un artista affascinante, un crooner dal cuore tenero.
Fred è nostalgia dell’estate e di quell’atmosfera e quell’Italia tanto amata dai romantici.