Dal 2017 a oggi, la situazione della città di Bari in merito ad ambiente, aria, acqua, mobilità e rifiuti, è parzialmente migliorata, ma risulta addirittura peggiorata in alcuni casi. E’ quanto emerge dal confronto dei dati contenuti all’interno del rapporto “Ecosistema urbano” di Legambiente e Ambiente Italia. Dall’aumento delle vittime della strada alla situazione sempre più ingombrante dei rifiuti: sono solo alcuni dei fattori emersi, rimasti invariati o addirittura peggiorati nell’arco di cinque anni.
Se nel 2017 il capoluogo pugliese era 75esimo, oggi, in base agli stessi parametri, risulta più basso nella classifica generale di tredici posizioni (88esima). Entrando nei dettagli delle macroaree, per l’ambiente, in merito al solare pubblico Bari oggi è 35esima con un valore di 4,1 (dato simile nel 2017). Nel 2020 era invece 43esima (3,9), ma nel 2019 era al 98esimo posto con un valore 0,0. Di fatto, c’è stato un netto peggioramento dal 2017 (35esima) al 2019, rientrato però nell’arco dei due anni successivi.
Per uso efficiente del suolo Bari è oggi al 49esimo posto con un parametro di 6,0. Nel 2020 era 57esima (valore 5,2) mentre nel 2019 e 2017 era rispettivamente 58esima e 59esima. Per gli alberi in aree di proprietà pubblica (calcolando alberi ogni 100 abitanti), oggi Bari è 62esima (valore 14,965). Un dato positivo se si considera che sia nel 2019, sia nel 2017 era 79esima, per poi arrivare al 70esimo posto solo nel 2020.
Bene anche il dato sulle isole pedonali che, con il parametro di superficie stradale personalizzata in metri quadrati per abitante, vede Bari migliorare di anno in anno. Si è passati infatti dal 26esimo posto al 21esimo. Lieve invece il cambiamento in merito al verde urbano che, calcolando i metri quadri per abitante, vede Bari oggi al 95esimo, con un valore di 9,2, e dati che negli anni precedenti la vedevano fissa al 97esimo posto.
Per quanto riguarda la macroarea dell’aria, risulta migliorata la situazione della concentrazione media in ug/mg – media valori annui – di Pm10. Bari è infatti 44esima, contro il 57esimo posto del 2017. Per quanto riguarda l’ozono (media del numero di giorni di superamento mobile sulle 8 ore di 120 ug/mc), Bari è 18esima. Peggiora solo rispetto al 2019 (in cui era salita al 17esimo posto). Per quanto riguarda il biossido di azoto (concentrazione media in ug/mc-media dei valori medi annui), oggi è 64esima. Un dato confortante rispetto al 2020, in cui era 71esima, ma poco positivo se si considera che il dato era migliore nel 2017, in cui era al 60esimo posto.
Per quanto riguarda invece la macroarea dell’acqua, in merito all’efficienza della depurazione, Bari è oggi al 45esimo posto. Un dato che non è mai cambiato dal 2017 in poi, dunque senza segni né di miglioramento, né di peggioramento. Fa meglio per la dispersione della rete idrica (dove è stata calcolata la differenza percentuale tra acqua immessa in rete e consumata per usi civili, industriali e agricoli) che la vede oggi 77esima (nel 2017 era 84esima). Per quanto riguarda infine i consumi idrici (ovvero consumi giornalieri pro capite di acqua potabile per uso domestico, calcolati in litri per abitante), Bari resta stabile dal 2019 al 34esimo posto (nel 2017 era 35esima).
La pagella per la macroarea della mobilità non gioca a favore del capoluogo pugliese. Risulta peggiorato il dato delle vittime della strada (calcolando morti e feriti ogni 1000 abitanti) con Bari al 99esimo posto (dato 7.910). Andava leggermente meglio nelle annate tra 2017-2019 in cui era 91esima, per poi peggiorare nel 2020 (96esima). Il tasso di motorizzazione (auto circolanti ogni 100 abitanti) vede Bari stabile all’11esimo posto con lievi variazioni che l’hanno vista nel 2017 decima. Per quanto riguarda il dato sulle piste ciclabili, Bari risulta invece migliorata. Da 69esima nel 2017 è passata 58esimo posto.
Per l’offerta del trasporto pubblico la situazione è invece parzialmente stabile. Dal 24esimo posto nel 2019 si è passati al 21esimo del 2021 (dato identico a quello del 2017). A questo dato però va aggiunto quello dei passeggeri del trasporto pubblico che vede un netto peggioramento. Se nel 2017 Bari era al 33esimo posto, per poi salire al 29esimo nel 2020, oggi risulta 38esima. Dato quest’ultimo che potrebbe risultare fuorviato dall’emergenza sanitaria e dalla conseguente mancanza di affluenza sui mezzi di trasporto, che ha visto in generale un netto aumento della auto in circolazione.
Il dato peggiore, oltre alle vittime della strada, riguarda l’ultima macroarea, ovvero quella, dei rifiuti. Per quanto riguarda i rifiuti indifferenziati (calcolando la percentuale di frazioni recuperabili sul totale dei rifiuti urbani prodotti) Bari è al 90esimo posto (nel 2020 era 82esima e nel 2017 72esima). Per quanto riguarda infine il dato dei rifiuti prodotti (per produzione annua pro capite di rifiuti urbani a chilo per abitante), Bari è 81esima. Andava meglio, seppur parzialmente, nel 2017, quando era 79esima.
Di fatto, in cinque anni, il capoluogo pugliese ha compiuto enormi passi su alcuni fronti, tornando invece indietro (o restando addirittura stabile senza segni di mutamento) su altri. Il peggioramento però, in merito ad alcuni aspetti, è evidente già confrontando il dato dal 2020 al 2021. Il capoluogo pugliese è infatti sceso dall’84° all’88° posto. Un salto di quattro punti in meno che vede migliorati soprattutto i dati riguardanti l’emissione nell’aria di No2 (da 29,74 ug/mc del 2020 a 24,8 ug/mc del 2021) e Pm10 (da 23,25 ug/mc del 2020 a 22,5 ug/mc del 2021), l’infrastrutturazione per ciclabilità (da 3,27 meq/100 ab a 4,78) e gli alberi/100 abitanti (da 8,86 a 15 del 2021), ma che, confrontato al 2017, fotografa una città che ha ancora molti passi da compiere in merito al tema dell’ecosistema urbano, dei rifiuti e della mobilità.