Monopattini e motorini lasciati al centro del marciapiede, attraversamenti difficili sulle strisce pedonali, rampe non sempre a norma. Sono alcune delle difficoltà quotidiane vissute dalla comunità barese di non vedenti: ogni giorno scelgono di uscire di casa, vivere la città, le amicizie, lo sport, nonostante il rischio di farsi male anche a causa della scarsa collaborazione di una parte dei concittadini.
“Nessun privilegio per noi ciechi”, spiega Antonio Garofalo, presidente dell’associazione barese “LeZZanZare” e responsabile del settore sport e tempo libero “Unione Ciechi Puglia”.
Sempre in prima linea per rendere Bari una città all’avanguardia per la mobilità di tutte le categorie, contribuendo così al progressivo abbattimento delle barriere architettoniche e ampliando i dispositivi tecnologici.
“Il cieco ha bisogno di pinti di riferimenti – aggiunge Antonio Garofalo -, un sistema esatto e condiviso è quello di via Sparano. Non siamo stupidi, se ci muoviamo abbiamo acquisito attraverso dei corsi specializzati. Proprio in via Sparano abbiamo suggerito al Comune di non realizzare un accompagnamento vettoriale, con linee continue, ma una serie di puntini sul selciato per circoscrivere gli incroci. Una volta che incontriamo il percorso tattilo plantare siamo a nostro agio”.
Come vi orientate? “Ci muoviamo secondo una linea naturale grazie al bastone, lungo il marciapiede o col supporto del cane guida. Purtroppo molti semafori rimangono muti, ma non ci arrendiamo. Bari in certe zone è all’avanguardia, il resto non è un disastro. Soprattutto nei luoghi delle nuove costruzioni nel quadrilatero murattiano e sul lungomare di San Girolamo, sono in linea con le nostre esigenze”.
Come immagini il futuro? “Sarebbe bello se fosse così tutto il distretto urbano. Sarò in antitesi con la concezione di molti disabili, qui abbiamo veramente delle potenzialità. Si tratta della adattabilità dell’urbanizzazione per adeguare la città a misura di tutti, non solo di certe categorie. Sugli stessi scivoli ci devono passare anche i passeggini o le carrozzine”.