“Pensavamo che la situazione si sarebbe risolta con il ritorno al turno unico, ma così non è stato”. A raccontarlo a Borderline24 una mamma preoccupata per le condizioni in cui il proprio figlio è costretto a viaggiare ogni giorno. Da bus e treni pieni, ai cittadini costretti a scendere e a selezionare, in base alle esigenze, chi può proseguire il viaggio e chi no. Ma non solo.
Anche assenza di controlli in merito alle norme anti Covid (che prevedono la capienza con il limite dell’80%) e continui ritardi. Sono solo alcune delle questioni che preoccupano i genitori baresi e che hanno portato oggi, gli stessi, a vedere i propri figli costretti a scendere dal treno perché sovraffollato. Questa mattina, in particolare, un treno partito da Foggia e diretto a Bari, ha effettuato una sosta più lunga una volta arrivato a Palese proprio perché troppo pieno. Ai cittadini è stato infatti richiesto di scendere per via del sovraffollamento.
“Speravamo che dal 3 novembre la situazione si sarebbe sistemata – ha raccontato la donna – ma stamattina è successo l’impossibile. Il treno delle 7.35 si è fermato a Palese ma non ha potuto far salire i ragazzi perché era stracolmo, allora hanno deciso di prendere 8.05 nonostante non gli accompagnasse direttamente a scuola (Marconi) ma a Bari Centrale. Sul treno, che secondo i ragazzi ospitava almeno 100 persone per vagone, faceva molto caldo, tanto che si sono sentiti male e sono scesi a Bari zona industriale. Solitamente mio figlio non soffre di claustrofobia, ma mi ha riferito che l’aria era irrespirabile e c’erano anche persone che starnutivano, forse hanno ingigantito, ma non si può viaggiare in questo modo” – ha concluso.
Alle sue parole fanno eco quelle di Onofrio Vasile, un papà che, in seguito al disagio vissuto, ma anche a tanti altri che si susseguono giorno dopo giorno, non ha esitato ad interpellare il sindaco, ma anche il presidente del V Municipio e l’assessore ai trasporti. “E’ una situazione insostenibile – ha spiegato a Borderline24 – sono giorni che mia figlia, sia all’andata, sia al ritorno, viaggia su treni pieni. I pendolari hanno 5 centimetri di distanza. Situazione che ha portato oggi i cittadini a fare una selezione naturale per chi doveva restare e chi doveva scendere, non è normale essere arrivati a questo punto. I controllori hanno bloccato il treno a Palese e non l’hanno fatto ripartire fino a quando non è diminuita la gente. C’era chi urlava, chi doveva fare esami, chi doveva lavorare. Alcuni si sono sacrificati e chi ha potuto è sceso lasciando il posto a chi aveva esigenza ” – ha spiegato.
“Siamo arrivati al punto di non ritorno – ha proseguito – dobbiamo cercare noi all’interno di un treno di darci una mano per capire chi ha priorità e chi no. Il governo continua a insistere sul Green Pass. Vado allo stadio col Green Pass aperto, e poi stanno nel treno chiusi e a un centimetro di distanza. Nessuno controlla niente. Il treno è ripartito con mezz’ora di ritardo, ma erano comunque in tanti. Sono stato contattato subito dall’assessore ai trasporti pubblici, questo lo apprezzo, ma davvero non sanno in che condizioni viaggiano i nostri ragazzi? Cosa c’entra più il Green Pass in palestra se poi mia figlia, in pieno inverno, quindi con i mezzi sigillati, la fai viaggiare in quelle condizioni? – ha concluso.