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Bari, studentessa sfruttata dal suo ragazzo per prostituirsi: cinque arresti

Pubblicato da: redazione | Ven, 5 Novembre 2021 - 07:47

Nella mattina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere (per uno agli arresti domiciliari), emessa dal GIP del Tribunale del capoluogo pugliese, su richiesta della Procura, nei confronti di cinque soggetti ritenuti responsabili, quattro, di “induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ai danni di persona tossicodipendente” e il quinto di “detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti”.

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Le indagini, coordinate da questa Procura della Repubblica, scaturiscono dalla denuncia di scomparsa presentata, nel mese di novembre dello scorso anno, dalla madre di una studentessa, poco più che ventenne, che aveva rappresentato ai Carabinieri di temere per l’incolumità della figlia e di essere preoccupata del fatto che la stessa potesse essere stata costretta a prostituirsi da persone poco raccomandabili con cui si accompagnava. Il giorno successivo, però, le ricerche venivano sciolte, perché la figlia si metteva in contatto con la madre, dicendole che andava tutto bene.

Ma quelle parole, di una madre disperata, rimanevano impresse nei militari dell’Arma che hanno voluto vederci chiaro sulle reali condizioni della giovane. Il segnale d’allarme, che confermava i timori della madre, avviene nel mese di dicembre, quando i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bari, alle 06.00 del mattino, controllavano, nei pressi della stazione ferroviaria di Bari, a bordo di un’autovettura in sosta, la ragazza in compagnia di un giovane. Questi nella circostanza riferiva di averla incontrata dopo aver risposto a un annuncio di incontri pubblicato su una piattaforma web e, per potersi appartare con lei per un’ora e mezza, di aver pagato la somma di 120 euro a un uomo. A questo punto, sotto la direzione di questa Procura della Repubblica, sono partite le investigazioni, condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri mediante pedinamenti, attività tecniche e raccolta di dichiarazioni testimoniali.

Il quadro che è emerso dalle indagini è sconcertante. Infatti, uno degli indagati, V.M., 25enne, approfittando dei sentimenti che la giovane provava nei suoi confronti, l’avrebbe ridotta in uno stato di assoggettamento e, convivendo di fatto con la stessa, l’avrebbe indotta a prostituirsi in varie località delle province Bari, Bat e Brindisi. In particolare, le indagini degli inquirenti hanno potuto documentare come lo stesso avesse pubblicato su una piattaforma web diversi annunci diretti a procacciare clienti alla “propria fidanzata”, con i quali prendeva accordi diretti sulle modalità di tempo, di luogo e per il prezzo della prestazione. Da quanto emerso dall’attività investigativa, il giovane gestiva personalmente i guadagni derivanti dall’attività di meretricio, che sperperava per le proprie esigenze di tossicodipendente, lasciando la ragazza, anch’ella con problemi di droga, priva di sostentamento alimentare, tanto da spingerla a effettuare ulteriori prestazioni per potersi garantire l’acquisto di cibo, inducendola a prostituirsi anche a notte fonda, percependo quale compenso, non solo denaro ma anche dosi sostanza stupefacente a lui necessarie. Tale stato di cose è continuato per mesi, anche quando si è scoperto che la giovane fosse in stato di gravidanza.

Altro elemento desolante della vicenda è che a vivere dello sfruttamento della prostituzione della studentessa non era solo il “suo ragazzo”, ma altri due giovani C.E., 33enne e C.C.A. 22enne, anche loro finiti in carcere con la pesante accusa di sfruttamento della prostituzione. Gli stessi, convivendo di fatto con la coppia nel periodo delle indagini, infatti avrebbero partecipato a curare gli annunci on line e a rispondere alle chiamate dei clienti, gestendo in prima persona anche loro i guadagni dell’attività di meretricio, sperperati per l’acquisto di sostanze stupefacenti.

Agli arresti domiciliari, per favoreggiamento della prostituzione, è invece finto D.V., 61enne, gestore e proprietario di fatto di un B&B a Bari, il quale, come è emerso dagli accertamenti dei Carabinieri, avrebbe tollerato abitualmente, all’interno della sua struttura ricettiva, la presenza di persone che vi esercitavano la prostituzione, istituendo anche un tariffario ad hoc per l’utilizzo ad ore delle stanze disponibili. Al B&B, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, che ne ha disposto il sequestro, nella mattina di oggi, i militari dell’Arma hanno apposto i sigilli.

La stessa misura cautelare è stata inoltre notificata in carcere a C.N., 39enne, gravato da numerosi precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti, il quale avrebbe ceduto a uno degli indagati un quantitativo imprecisato di droga per un corrispettivo di 150 euro. La sua figura emerge allorquando la coppia dovette allontanarsi dalla struttura ricettiva, perché V.M. aveva contratto con lo stesso un debito di droga di 150 euro.

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