Sono nove i bambini ricoverati al Giovanni XXIII per il virus sinciziale, due dei quali in terapia intensiva. Si tratta di un patogeno respiratorio molto comune, che può in realtà infettare l’apparato respiratorio di pazienti di qualunque età, ma colpisce principalmente i bambini nei primi anni di vita. Solitamente questo tipo di virus provoca il raffreddore, ovvero un’infezione delle vie aeree superiori, ma specialmente nei bambini molto piccoli, nei primi mesi di vita, può raggiungere anche le vie aeree inferiori ed i polmoni causando bronchiolite acuta o polmonite. Si tratta della più frequente causa di infezione delle vie respiratorie nei bambini al di sotto dei due anni e la prima causa di ricovero sotto l’anno di età.
La situazione al Pediatrico è comunque sotto controllo. Il numero degli accessi al pronto soccorso, in queste ultime giornate, è stato ancora alto ma si è trattato prevalentemente di altre forme di sindromi respiratorie stagionali. Le famiglie comunque non nascondono i timori. “La Bronchiolite è tornata di prepotenza ad essere lo spauracchio di noi pediatri e di tutti i neogenitori. In anticipo rispetto all’atteso – commenta il pediatra barese Antonio Di Mauro – Tutto inizia come il classico “raffreddore” invernale: muco nel naso, qualche starnuto, colpi di tosse stizzosa, febbre”.
Il consiglio diffuso dai medici è quello di non presentarsi in ospedale alla comparsa dei primi starnuti poiché gli ambulatori sono fra i luoghi più a rischio contagio. Come fare dunque per prevenire questa malattia? “Evitare i luoghi chiusi e affollati, arieggiare gli ambienti, lavarsi le mani, indossare le mascherine, buona igiene del naso, evitare il contatto dei bambini molto piccoli con i fratellini e cuginetti, evitare di baciare i bambini ed evitare il contatto dei bambini con le superfici esterne delle mascherine dei grandi, quando tenuti in braccio”, consiglia il pediatra.