Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Quando” Un’anima partenopea capace di fondere veracità e passione napoletana con le influenze del Blues, del Soul e del Rock.
Un autore raffinato, intimo, capace con una voce calda e al tempo stesso sporca di emozionare scavando nell’anima. Pino Daniele ha certamente rivoluzionato la scena musicale italiana degli anni ’70 e ’80. Nato nella sua tanto amata città del Sole, cantata poi in “Napulè”, si avvicina fin da piccolo alla musica e inizia a muovere i suoi primi passi in quel mondo ancora sconosciuto proprio durante la rivoluzione storico-culturale del ’68. Nelle sue primissime canzoni, che seguono pedissequamente la tradizione napoletana, canta di protesta, di speranza, di sogni, di ciò che lo circonda, di cui egli stesso è protagonista.
La chitarra è dal suo esordio fedele compagna. Pino Daniele è un chitarrista particolare, unico. È capace di improvvisare, tracciare archi melodici solistici utilizzando varie declinazioni del suo strumento: passa dalla chitarra classica a quella elettrica e sinth con estrema naturalezza.
Ma è nel ’79 con “Je so pazz” che la sua voce esplode, proprio come il suo successo. Convince la critica, è adorato dal pubblico, la sua carriera prende il volo a livello nazionale.
Ci sono canzoni che vanno ascoltare, assimilate e fare proprie. Ci sono canzoni che hanno bisogno di essere comprese prima che cantate e “Quando” è proprio una di queste. Scritta nel 1991 in occasione del film “Pensavo fosse amore…invece era un calesse” di Massimo Troisi, “Quando” è vera e propria poesia. È malinconia e amore, è un brano enigmatico, carico di significati. È avvolgente. Una canzone che sa di mare e di dolore. “Quando” racconta di una storia d’amore il cui protagonista vive una battaglia interiore, con i suoi enigmi e le sue domande, che il più delle volte non trovano risposta.
Numerose sono le collaborazioni di prestigio nel corso della sua carriera, da artisti italiani, tra cui Dalla, Battiato, Baglioni, Ornella Vanoni ad artisti di fama internazionale, del calibro di Ralph Towner, Yellowjackets, Pat Metheny, Eric Clapton e molti altri ancora.
Pino Daniele canta in italiano, inglese e napoletano. La sua chitarra incontra suoni e atmosfere orientali, che vengono da lontano, talvolta africane. La sua arte è continuo equilibrio tra le sue radici e le influenze esterne che volta per volta lo appassionano.
Ma Pino Daniele è prima di ogni cosa la voce di Napoli, è la voglia di viaggiare senza dimenticare da dove si è partiti. “Sono un meridionalista convinto, che sul suo modo di essere meridionale sta costruendo tutto. E infatti i miei album sono molto più etnici e molto più mediterranei, conservano una base partenopea ma non sono partenopei. Mi sento una specie di ambasciatore di Napoli, e sto spingendo per arrivare in Europa. Voglio andare nel mondo dicendo: questa è una realtà mediterranea”.