“Avete fermato la legge, non fermerete la lotta. Vergogna”. E’ la scritta sullo striscione che apre la manifestazione organizzata a Bari, in contemporanea con altre 43 piazze in Italia, per protestare contro lo stop al ddl Zan. “Non sono solo le mani di chi picchia a essere sporche di sangue ma anche quelle di chi applaude” recita un altro cartello, facendo riferimento alle scene di esultanza all’interno dell’aula del Senato dopo aver approvato a maggioranza la tagliola contro la legge.
In piazza Umberto, nel centro di Bari davanti alla sede dell’Università, in più di 500 sono scesi in piazza sventolando bandiere arcobaleno, con volti dipinti sulle note di “Bella Ciao”. “Siamo qui a chiedere molto più del ddl Zan – dice Leoluca Armigero, portavoce del pari Pride – non accettiamo più compromessi e non vogliamo essere merce di scambio per la politica. Torniamo in piazza ad una settimana dal Pride per ricordare innanzitutto a noi stessi che probabilmente dovremmo avere meno fiducia in queste istituzioni che evidentemente sono molto più indietro”.
Parlano di “omobilesbotransofbia istituzionalizzata”, di “omofobia di Stato” e si dicono pronti a continuare la lotta.
“Non ci divideranno – dice Asia Iurlo, anche lei portavoce del Bari Pride – ripartiamo dalle piazza, dalle università, dalle scuole. Siamo delusi per quello che è successo in Senato, soprattutto dalle scene di esultanza e vogliamo rompere con la retorica da tifo da stadio, perché dietro quella legge ci sono vite e volti. Non esiste la libertà di discriminare. Solo oggi – ha aggiunto – CasaPound ha calato uno striscione su un ponte di Bari con la scritta ‘By by ddl Zan'”. “Ma – ha ribadito – non ci fermeranno”. (ANSA).