“Non solo per distrazione e fatalità. A volte le tragedie annunciate sono figlie della mancanza di senso di responsabilità che, a parte rari casi, è indissolubilmente legato agli insegnamenti ricevuti”. Vincenzo Gesualdo, presidente dell’Ordine degli psicologi di Puglia, commenta la tragedia che ha colpito una giovanissima ragazza travolta da un treno in transito in una stazione abbandonata di Acquaviva delle Fonti.
“Sovente ci troviamo a commentare fatti di cronaca che riguardano i pericoli nascosti nel tempo che viviamo: il web, i social, le relazioni, ansia e depressione che ne conseguono. Non si parla quasi più dei pericoli che riteniamo ormai superati ma gli incidenti continuano ad accadere. Parlare con gli adolescenti è molto difficile, questo è risaputo. E far cambiare idea al singolo rispetto alle abitudini del gruppo è quasi impossibile, soprattutto nell’età in cui è in corso il processo di accettazione di sè e di conseguente accettazione nel branco. La tragedia in cui la giovane ragazza ha perso la vita è figlia anche di questo processo, oltre che di tragica fatalità”.
Lei e il suo gruppo di amici erano soliti uscire la sera e stazionare in un luogo abbandonato, ma pericoloso. A nulla sono serviti i moniti delle forze di pubblica sicurezza e dello stesso sindaco che solo poche ore prima erano stati sul luogo della tragedia a dissuadere i ragazzi dal passare lì la serata.
“Instaurare un dialogo costruttivo con i propri figli è un’attività che non ha inizio o fine, ma è una pratica che acquisisce credibilità solo con la fiducia, con l’esempio e la continuità” continua Gesualdo. “Condividere esperienze e scambiare punti di vista, insegnare il rispetto per gli altri, il rispetto delle regole per la civile convivenza, la compassione, la gratitudine, sono attività quotidiane che non devono avere l’aura solenne del momento di insegnamento o di monito”.
“Non serve essere rigidi. Fare in modo che i figli ascoltino e seguano almeno in minima parte ciò che gli viene raccontato avviene quando si instaura una relazione fatta di rispetto, se i ragazzi hanno fiducia in chi gli parla sarà più probabile auspicare nello sviluppo di un personale senso di responsabilità” conclude Gesualdo.