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Appalti illeciti nel settore della raccolta dei rifiuti in provincia di Bari: sequestrati beni per 20 milioni di euro

Pubblicato da: redazione | Lun, 25 Ottobre 2021 - 11:10

Dalle prime ore di questa mattina è in corso di esecuzione un provvedimento di natura cautelare reale emesso dal G.I.P., dott.ssa Paola Angela De Santis, su richiesta dei Pubblici Ministeri Dott. Roberto Rossi e Dott. Giuseppe Dentamaro, con il quale sono state disposte 7 misure cautelari reali nei confronti di altrettanti soggetti e il contestuale sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità liquide, beni mobili ed immobili per un valore di circa 20 milioni di euro. Il provvedimento costituisce l’esito di un’attività investigativa condotta dalla Guardia di Finanza di Monopoli, che è stata coordinata dalla Procura di Bari. 

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Secondo l’ipotesi accusatoria agli indagati vengono contestati, a vario titolo, gravi reati contro la pubblica amministrazione, e in particolare quelli di corruzione, di frode nelle pubbliche forniture, di turbata libertà degli incanti e reati fallimentari. 

La complessa attività investigativa, avviata nel 2016, trae origine da esposti presentati sulla mala gestione della “respubblica dei comuni di Conversano e Triggiano, i quali avevano prospettato forti dubbi sulla liceità della gara d’appalto aggiudicata ad una società di Triggiano, operante nel settore della raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani. | preliminari accertamenti investigativi hanno permesso di appurare come l’amministratore unico, nonostante la socieavesse una consistente esposizione debitoria con il fisco per oltre 50 milioni di euro, sia riuscito a mascherarla, ai fini della partecipazione ai bandi di gara, con il ricorso a frequenti rateizzazioni del debito tributario. Infatti le cartelle di pagamento notificate allimpresa appaltatrice venivano puntualmente dissimulate da provvedimenti di rateazione che consentivano di superare la qualificazione giuridica della “definitivitàdelle gravi violazioni fiscali e quindi la non “menzionenegli archivi della società di riscossione, tramite i quali lAgenzia delle Entrate effettua linterrogazioni necessarie per il rilascio della certificazione ai fini della normativa sugli appalti. . In realtà la maggior parte di tali rateazioni non venivano onorate, ma la società conservava i requisiti previsti dal Testo Unico sugli Appalti, “necessari – si legge in una nota  della Procura – per  laggiudicazione delle gare pubbliche, che non sarebbero mai avvenute se non grazie alla  compiacenza di diversi pubblici ufficiali che hanno intenzionalmente pilotato le procedure in favore della società, omettendo i necessari controlli preventivi diretti alla verifica dei titoli”. 

L’attenzione delle indagini è stata richiamata anche da un’altra vicenda avvenuta prima dellaggiudicazione illegittima della gara dappalto alla S.r.l., poiché questultima aveva in corso, con il comune di Conversano, un lungo contenzioso giudiziale e stragiudiziale riguardante il mancato versamento del cd. “ristoro ambientale” destinato al suddetto comune ospitante la nota discarica di contrada Martucci. 

Ponendosi, quindi, la società contemporaneamente quale debitrice e neo aggiudicatrice, si creava un conflitto giuridico che le avrebbe impedito la sottoscrizione del contratto dappalto; una situazione che veniva solo apparentemente risolta con la proposta di rateazione del debito tributario mediante la presentazione di una polizza fideiussoria a copertura del debito rateizzato, che è risultata successivamente falsa. Il prosieguo delle indagini, supportate dalle intercettazioni telefoniche e telematiche e corroborate anche da evidenze documentali, nei confronti dell’amministratore unico della società appaltatrice, ha permesso di scoprire, grazie ad una operazione di fitto del ramo d’azienda, il subentro negli appalti in corso, per un valore di oltre 100 milioni di euro, della società di Triggiano e di un’altra di nuova costituzione. 

Tra le varie ipotesi di reato accertate vi è quella di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio contestati ad un pubblico ufficiale che, oltre ad aver assegnato illecitamente alla società un affidamento sotto soglia nel comune di Cellamare, ha omesso i dovuti controlli sulla carenza del servizio giornaliero d’igiene urbana con contestuale mancata applicazione delle penali previste, a fronte di una utilità economica, ottenuta da un responsabile della neo società appaltatrice, Le attività di servizio hanno visto impegnati nella fase esecutiva finanzieri dei Comandi Provinciali di Bari, Lecce e Cosenza. 

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