Una decina sono le navi ferme nelle acque del porto industriale di Taranto, in attesa di scaricare le materie prime necessarie per la marcia degli impianti (Cokeria, Altoforno e Agglomerato), ma solo dopo che verranno effettuati i pagamenti. Pare che solo una delle navi ferme potrebbe essere messa in condizione di scaricare nelle prossime ore. La denuncia è dell’Usb.
Lo comunica Franco Rizzo, coordinatore provinciale dell’Usb Taranto, sottolineando che “centinaia di migliaia di euro di penali (controstallie), verranno pagate con i soldi dei contribuenti per ogni giorno di fermo in attesa che Acciaierie d’Italia si ricordi di pagare”.
“Il II ed il IV sporgente – prosegue l’Usb – sono completamente fermi da stamane e i lavoratori sono stati rimandati a casa, mentre il V è fermo per lo scarico ed in marcia per il carico. Intanto alcune aziende di appalto ci hanno comunicato l’impossibilità di pagare gli stipendi, in tutto o in parte, a causa dei continui ritardi cronici nel pagamento delle fatture scadute da parte di Acciaierie d’Italia”.
L’Usb torna a chiedere “al Governo un urgente incontro” sulle “mancanze di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti”, sulle “decine di licenziamenti arbitrari” e sull’appalto “che rischia di essere investito da un vero e proprio tsunami con ricadute sociali pesantissime”. “È ora che Bernabè e Giorgetti si sveglino – conclude Rizzo – la situazione è grave e ognuno si deve assumere le proprie responsabilità per evitare una catastrofe tra l’altro abbondantemente annunciata”.