Alberi, pista ciclabile e niente traffico. Entro il 2026 la tangenziale a sud di Bari cambierà completamente aspetto e funzionalità grazie a 2 progetti: Costasud finanziato dal Pon Metro (75 milioni) e la bretella della ss16 a sei corsie, lunga oltre 19 km (da 600 milioni di euro con fondi Cipe). E’ quindi iniziata la corsa contro il tempo del Comune per arrivare pronti entro alla presentazione del progetto definitivo, esecutivo e infine la gara.
Si tratta del finanziamento più importante che il capoluogo pugliese abbia mai ricevuto per un’opera pubblica, che servirà a riqualificare un’area della costa sud lunga circa 6 chilometri con diversi interventi dalla spiaggia di Pane e pomodoro a Torre Quetta. Come annunciato dal sindaco Antonio Decaro sui social, “sarà completata entro il 2026 per diventare davvero una città che vive sul mare”.
Oltre al grande parco costiero attrezzato, tre volte il parco 2 giugno, l’altra importante novità riguarda lo sdoppiamento della tangenziale ss16 da Mungivacca a Mola. Sarà un cambiamento epocale, al centro degli interventi infrastrutturali voluti dal governo, anche per rendere meno roventi le giornate estive con le ormai solite code verso le spiagge.
Nel dettaglio, l’Anas realizzerà da Bari una nuova tangenziale a Bari-Mungivacca, passando all’interno per Triggiano, Noicattaro e Mola per garantire collegamenti rapidi e sicuri tra il nord e il sud della Puglia. Soprattutto con la presenza sempre più numerosa di turisti. L’accordo è arrivato nel 2019 dopo numerose prese di posizione da parte dei comuni del sud barese. Tre le nuove uscite da Bari e una nuova rotatoria nell’intersezione con la ss100.
Cosa ne sarà infine della vecchia strada in quel tratto di 19 km? Sarà inclusa nel progetto Costasud e declassata a strada a carattere urbano che quindi non prevederà più il guard rail al centro. Ma si preferirà la piantumazione di alberi, tra piste ciclabili e percorsi per i runner. Infine sono previsti micro interventi volti a favorire lo stoccaggio e la dispersione della acque per mitigare i rischi idrogeologici e la creazione di una rete di masserie 2.0.