Può incorrere in una ammenda salata il proprietario che lascia il cane in auto per ore e senza acqua. A statuirlo su questa pratica – purtroppo molto diffusa – è la sentenza della Cassazione. Bocciato il ricorso degli imputati, proprietari di due cani e condannati per detenzione di animali in ambienti incompatibili con la loro natura a pagare 4mila euro di ammenda. Questo comportamento è stato giudicato dai giudici supremi “eccessivamente gravoso per il cane” tanto da integrare la fattispecie di reato prevista all’articolo 727 del Codice penale.
Secondo l’accusa, i ricorrenti lasciavano gli animali chiusi per più di tre ore di fila nella loro auto senza nemmeno una ciotola di acqua, provocando gravi sofferenze agli amici a quattro zampe. La difesa, invece, si concentrava sul fatto che l’abitacolo del veicolo non fosse un luogo insalubre. Anche a voler aderire a tale tesi – spiega la Corte suprema che conferma la condanna – si tratta «pur sempre di un ambiente diverso dal loro habitat naturale e comunque di dimensioni anguste» senza contare poi «il contesto e la durata dello stazionamento degli animali al suo interno».
Il giudice di merito di Trapani ha correttamente «ancorato» la propria disamina agli elementi «oggettivamente» emersi dall’istruttoria e ha ritenuto che «la permanenza dei due cani di grossa taglia nell’auto protrattasi per oltre tre ore senza acqua e possibilità di movimento integrasse una «forma di detenzione incompatibile con la natura degli animali tale da produrre agli stessi gravi sofferenze». Per queste ragioni, la Corte respinge il ricorso.