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Puglia, il pasticcio scuola ai tempi del Covid: “Vecchi problemi, mai risolti”

Pubblicato da: redazione | Sab, 9 Ottobre 2021 - 08:00

Scuola, trasporti e Covid. I due anni scolastici rovinosi raccontati dal presidente Anp Puglia, Roberto Romito.

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sanita.puglia.it

“A quasi tre settimane dall’inizio delle lezioni qui in Puglia –  scrive in una nota Romito – nonostante i dati positivi sull’attenuazione del rischio di contagio da COVID-19 (speriamo che vengano confermati anche nel prossimo futuro …), non possiamo certamente affermare che per scuole, studenti e loro famiglie siano superati i problemi connessi all’emergenza sanitaria. Lo testimoniano le numerose proteste di genitori e studenti, e quelle provenienti anche dal mondo della scuola. Problemi vecchi, come quello dell’insufficienza delle aule e dell’inadeguatezza di molte delle strutture edilizie che ospitano le scuole, sono balzati drammaticamente all’evidenza a causa della pandemia: basti pensare alle classi numerose (anche di oltre 30 alunni ciascuna, in parecchie scuole superiori) per l’eliminazione delle quali, che era stata promessa, sia pure progressivamente, nulla è stato fatto nei due anni scolastici trascorsi e nonostante ingenti risorse finanziarie riversate sulla scuola”.

Romito punta il dito anche sui trasporti:  “Annosa, per quanto riguarda i disagi connessi alla pendolarità di molti studenti pugliesi, di grande attualità oggi, per le limitazioni che essa pone alla regolare erogazione del servizio scolastico. Prendiamo il caso della provincia di Bari, unica provincia in regione (e fra le poche in Italia) ad aver adottato d’imperio e in controtendenza il doppio turno di ingresso (8.00 e 9.40) nelle scuole: i problemi che questa ‘soluzione’ pone a famiglie, studenti e scuole sono ben noti e non vale qui ripercorrerli, tante sono le occasioni in cui li abbiamo sottolineati in precedenza.
Essi sono però acuiti dal fatto che, da verifiche provenienti dal campo, il promesso potenziamento e l’auspicata flessibilità del servizio di trasporto pubblico locale sono rimasti praticamente solo sulla carta: al danno del doppio turno, si unisce anche la beffa di ragazzi costretti ad affollare, alla faccia della sicurezza, i mezzi del primo turno, poiché in molti casi il mezzo che dovrebbe garantire il secondo turno semplicemente non c’è. E, quindi, ad aspettare davanti alle scuole o nelle loro vicinanze che arrivi l’ora per il loro ingresso, con tutte le controindicazioni che ciò comporta. Le scuole di Bari e provincia sono costrette, affinché i ragazzi del secondo turno possano trovare all’uscita il mezzo per tornare a casa, a pesanti riduzioni della durata delle ore di lezione, nella grande maggioranza non recuperate o non recuperabili. E’ del tutto evidente che per questo motivo, ossia per la sottrazione dal normale curricolo scolastico di un notevole numero di ore di lezione, si aggraverà il già pesante deficit formativo messo in luce dalle rilevazioni INVALSI sulle competenze degli studenti delle scuole pugliesi.
A ciò si aggiunga che il prolungamento della presenza a scuola fino alle 16 o anche alle 17 rende impossibile effettuare le altre attività curriculari ed extracurriculari, già previste nei POF delle scuole per effetto dei Programmi Operativi Nazionali (PON e POC) che, in tale assetto orario, non potranno più essere avviate, in netto contrasto con quanto più volte sollecitato dal Ministero dell’Istruzione e dall’Unione Europea che finanzia i progetti.
E che dire del fatto che, in questa situazione di inaffidabilità del sistema dei trasporti (destinatario, lo ricordiamo, di centinaia e centinaia di milioni di euro per il suo potenziamento stanziati da Governo e Parlamento) molti genitori ritengono di accompagnare i ragazzi a scuola con i loro mezzi privati? La regolarità della viabilità e l’affollamento delle soste davanti alle scuole, soprattutto del centro urbano nelle ore di punta, già elementi critici prima della pandemia, hanno subito un aggravamento, che – insieme agli altri disagi – si traduce in un ulteriore abbassamento della qualità della vita di studenti e famiglie.
Si segnalano inoltre diverse richieste di nulla osta da parte di genitori di studenti, specie del primo anno, che rinunciano all’indirizzo scelto in fase di iscrizione per scegliere un istituto più vicino alla propria residenza, pur di contenere i tempi di arrivo a scuola e di rientro a casa, a seguito dello scaglionamento.

Non è neanche da tralasciare il caos organizzativo che questo sistema produce nelle scuole, con dirigenti scolastici che – improvvisatisi, per necessità, mobility managers senza averne le competenze – * sono costretti a utilizzare la maggior parte del loro tempo, trascurando i molti altri problemi che premono (mancanza di personale, far rispettare i protocolli sanitari, avviare il nuovo anno), per dedicarsi a continui cambiamenti organizzativi, alla partecipazione a riunioni che dovrebbero essere di coordinamento, a rispondere a monitoraggi e richieste provenienti proprio dalle aziende di trasporto* le quali, al contrario, hanno (o dovrebbero avere) dati, risorse e competenze professionali specifiche per l’analisi dei flussi di traffico e di utenza sulle tratte da loro gestite.
E nonostante il gran tempo trascorso da quando si è iniziato – nella ormai lontana estate del 2020 – a discutere di questi problemi, le aziende del trasporto pubblico locale non hanno fatto altro che arroccarsi nella rigidità dei sistemi da esse gestiti, scaricando tutti i problemi sulle scuole, uniche a dover mostrare sempre e comunque flessibilità organizzativa e disponibilità ai cambiamenti.

Avevamo più volte segnalato in anticipo queste problematiche, nelle varie sedi, da ultimo direttamente a S. E. la Prefetta di Bari nell’incontro avuto con lei il 17 settembre scorso.
E rinnoviamo qui la nostra richiesta che si ritorni anche per Bari e provincia all’orario di ingresso unico, all’esito del promesso monitoraggio che si dovrebbe avere nelle prossime ore, lasciando alle scuole ed alla loro autonomia la gestione delle misure per scongiurare gli assembramenti in prossimità degli accessi alle loro strutture.

Siamo confidenti nel fatto che proprio gli esiti del monitoraggio avviato dalla Prefettura porteranno a questo risultato o, comunque, ad un’attenuazione delle misure già adottate.
Sul versante del contrasto alla pandemia nelle scuole, molto ci attendevamo dall’istituzione – già deliberata dalla Giunta Regionale – dei TOSS, ossia di quel Team di Operatori Scolastici Sanitari (infermieri e paramedici) che dovrebbe operare a tempo pieno nelle scuole con il compito di effettuare la sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e gli screening necessari su studenti e personale per il monitoraggio tempestivo e sistematico dell’andamento dei contagi negli istituti.
Avevamo a suo tempo salutato con favore questa delibera regionale, e confermiamo la nostra condivisione. Ma ad oggi, i TOSS ancora non si sono visti, né ci risulta che siano stati fatti i necessari adempimenti preparatori alla loro entrata in servizio. Non vorremmo che nel frattempo venisse meno la loro necessità.
E infine, mentre in Consiglio dei Ministri si sta discutendo oggi stesso ed approvando quella parte del PNRR che riverserà sul sistema della scuola e della ricerca un notevole numero di miliardi (miliardi! …) di euro, lasciateci sognare ad occhi aperti, con quegli stessi occhi che hanno avuto l’opportunità – nel corso degli anni – di esaminare in loco e dall’interno le scuole ed i sistemi scolastici di molti altri paesi; sognare che anche per il nostro Paese si avvii un tempo nel quale le scuole vengano progettate e costruite come scuole, ubicate strategicamente rispetto ai loro bacini di utenza, con tutti gli edifici, i servizi e gli impianti a norma, in cui sia reso possibile un effettivo orario a tempo pieno per tutti gli alunni, perché dotate di mense e di un sistema di trasporti dedicato specificamente ai loro studenti.
In tanti, in Europa e nel mondo, lo hanno fatto e lo fanno. I notevolissimi tassi di istruzione e di successo formativo da loro conseguiti sono lì a testimoniarlo: non sarebbe il caso di farlo anche noi?
Senza attendere per forza, mentre discutiamo in eterno di emergenze mai risolte, che la nostra buona stella faccia nascere e ci faccia assegnare un altro premio Nobel …
Ferme restando, ovviamente – conclude – le nostre più vive congratulazioni al Prof. Giorgio Parisi, la cui premiazione conferma la grande tradizione e la grandissima competenza scientifica, riconosciuta a livello mondiale, della scuola di fisica teorica fondata a Roma da Enrico Fermi nel secolo scorso”.

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