L’emergenza sanitaria, come emerso durante il lavoro dei tavoli istituzionali e tematici per la stesura del nuovo Piano cittadino di contrasto alla grave marginalità adulta, ha generato un incremento delle condizioni di povertà aumentando la situazione di precarietà e di vulnerabilità delle persone e dei nuclei familiari in condizioni di emergenza sociale presenti sul territorio cittadino. Al fine di far fronte a questo aumento del bisogno e di supportare dal punto di vista operativo la nascente equipe straordinaria integrata tra servizi sociali, sanitari e Polizia locale, attivata lo scorso 31 agosto per cercare di gestire i casi degli utenti in gravissima condizione di marginalità che vivono in strada o sono ospiti dei servizi territoriali, l’assessorato al Welfare ha avviato un nuovo servizio denominato “Unità per la prevenzione della marginalità estrema”.
Questo servizio, in continuità rispetto all’esperienza dell’UPE (Unità per il contrasto alla povertà estrema) e potenziato nel personale e nelle risorse grazie alla rinuncia da parte dell’Ambito di Lecce ai fondi del PON Inclusione, ha l’obiettivo di realizzare progettualità mirate ai cittadini in condizioni di vulnerabilità e con forti difficoltà, anche di natura socio-sanitaria (compresi gli utenti presi in carico dall’equipe straordinaria).
“Il piano a contrasto delle povertà estreme – commenta l’assessora al Welfare Francesca Bottalico – ci consente di monitorare tutte le situazioni contraddistinte da maggiore vulnerabilità e rischio sociale, comprese quelle che riguardano persone che, anche a causa di disagio psichiatrico o dipendenze da alcol o sostanze, da sempre rifiutano accoglienza nelle strutture sociali o nell’ambito di progetti di housing sociale.
In questa direzione l’assessorato ha promosso l’attivazione del tavolo con il Servizio di salute mentale, il Serd e i Municipi che hanno in carico i casi avviando parallelamente l’unità operativa straordinaria per la presa in carico integrata, in modo da favorire l’avvio di percorsi sanitari e di riabilitazione dei casi maggiormente vulnerabili tra le persone senza dimora o sole e prive di reti familiari. Il nostro augurio è che l’area sanitaria, che in questi anni ha lavorato con l’assessorato affinché tutti e tutte avessero accesso alle cure, indipendentemente da residenza e anagrafe, possa intraprendere servizi di presa in carico specifici con il contributo della rete territoriale e degli enti locali coinvolti”.
L’Unità per la prevenzione della marginalità estrema è composta da un team professionale costituito da un coordinatore responsabile, tre operatori, uno psicologo, una figura preposta ad attività di accompagnamento e orientamento sul territorio e mediatori linguistici che, in stretto contatto con i Servizi sociali professionali, il PIS (Pronto intervento sociale) e l’equipe straordinaria, elaborerà piani individualizzati per ciascun cittadino segnalato, attivando un percorso di accompagnamento territoriale e prevedendo misure adeguate e personalizzate al fine di favorirne l’autonomia.
Data l’attuale emergenza legata alla crisi umanitaria afghana, inoltre, il nuovo servizio potrà supportare le famiglie accoglienti e i cittadini afghani che avranno necessità di accedere ai servizi socio-sanitari del territorio. Nello specifico l’Unità per la prevenzione della marginalità estrema si avvale di due autoveicoli, ed è chiamata a realizzare, in stretta connessione con il PIS e l’Unità di strada comunale Care for People, le seguenti attività:
• prima valutazione del caso in condizioni di emergenza
• definizione del piano individualizzato in collaborazione con gli enti coinvolti
• realizzazione delle azioni concordate nell’ambito del piano individualizzato
• monitoraggio e valutazione
• azioni di accompagnamento, anche materiale, negli enti pubblici e nei servizi sanitari
• ripristino delle condizioni igienico-sanitarie dell’utente
• attività di segretariato sociale e orientamento burocratico verso enti e servizi istituzionali alle famiglie residenti nel Comune di Bari, disposte ad accogliere persone rifugiate e cittadini afghani
• accompagnamento nel percorso di autonomia abitativa e lavorativa.
Il servizio, attivo dal lunedì al giovedì, è suddiviso in due turni – dalle ore 9 alle 14 e dalle ore 15 alle 18, cui si aggiunge il venerdì dalle ore 9 alle 14 – ed è allocato presso la sala operativa del pronto intervento sociale o opera in distaccamento presso le sedi dei servizi territoriali, per gli adempimenti connessi alla presa in carico dell’utente.
La richiesta di attivazione del servizio può avvenire tramite la segnalazione del servizio sociale o dell’equipe straordinaria integrata tra servizi sociali, sanitari e Polizia locale.