Sospiro di sollievo per i lavoratori esclusi dalle procedure di stabilizzazione in corso in ARIF – l’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali – per effetto della cosiddetta “Legge Madia”. Il TAR Puglia si è infatti pronunciato in accoglimento del ricorso presentato da un lavoratore iscritto alla Flai Cgil che, insieme ad altri, era stato escluso dal percorso per giungere alla stabilizzazione a tempo indeterminato.
“Un fatto importante – afferma Antonio Gagliardi, segretario generale Flai Puglia – se si considera che l’Organo giudicante ha sostanzialmente ribadito quanto la FLAI CGIL Puglia denunciava circa una palese discriminazione e dei vizi procedurali; nonostante ciò, ARIF ha confermato i provvedimenti di esclusione tanto che gli interessati sono stati costretti a ricorrere presso il Tribunale Amministrativo Regionale”.
Si tratta, in particolare, di lavoratori che fanno parte di una platea di figure impiegatizie, circa 110, che dal 2011 prestano attività di lavoro precario senza soluzione di continuità presso l’ARIF e che attendono la stabilizzazione della propria posizione.
“Ancora una soddisfazione – prosegue ancora Gagliardi – per il sindacato di categoria della CGIL che si batte da anni affinché nell’Ente strumentale della Regione, che si occupa di attività irrigue e forestali, si superi definitivamente il precariato, e che attualmente rappresenta ben oltre il 30% dell’intera forza lavoro. Ma c’è – continua il referente sindacale – chi fa “orecchio da mercante” su temi fondamentali che invece andrebbero curati attraverso relazioni sindacali improntate secondo lo Statuto dei Lavoratori e dalla stessa L.R. 3/2010, preferendo le azioni legali con importanti impegni economici a carico della collettività. Prossima battaglia, il giusto riconoscimento del lodevole lavoro svolto tutto l’anno e, soprattutto, nel periodo estivo nella lotta agli incendi e attività irrigue, indispensabile per l’agricoltura pugliese, da tutti i lavoratori in forza ai quali non basta rivolgere un banalissimo “grazie”. Ci vuole di più, a partire dal premio per obiettivi per l’anno 2020, parzialmente erogato, la cui restante parte viene negata dalla dirigenza”, conclude.