Si torna a parlare del tanto discusso trattamento di fine mandato in Regione, dove questa mattina si è svolta la riunione di maggioranza alla presenza del governatore Michele Emiliano e i capigruppo del Pd, Filippo Caracciolo, Movimento 5 Stelle, Grazia Di Bari, CON, Gianfranco Lopane e Popolari, Massimiliano Stellato hanno deciso congiuntamente di votare per l’abrogazione della liquidazione e, si legge in una nota ufficiale, “ rinviare la discussione ad un momento più favorevole, quando saranno diverse le condizioni economiche e sociali della Puglia”.
Il riferimento è alla delibera con cui, lo scorso agosto, i Consiglieri regionali avevano approvato il ripristino delle proprie liquidazioni di fine mandato, scatenando polemiche nell’opinione pubblica e la stessa reazione del presidente della Regione che, prendendo le distanze dalla decisione del Consiglio – definita da lui stesso un errore – si era detto amareggiato e fiducioso di un passo indietro da parte dei votanti.
Oggi, per il tramite di una nota congiunta, i capigruppo di maggioranza rimarcano la “legittimità del TFM per i consiglieri regionali, che a tutt’oggi – si legge – viene disciplinato dall’intesa Stato-Regioni del 2012, ed erogato dalla maggior parte delle Regioni, nonché a deputati, senatori, sindaci e presidenti di Province”, ma precisano di ritenere che “il particolare momento che stiamo vivendo richieda un atto di ulteriore responsabilità politica”.
Con queste ragioni, la maggioranza annuncia di voler presentare un emendamento congiunto che ne preveda l’abrogazione nella prossima seduta del Consiglio in cui si discuterà del TFM. Orientamento confermato quest’oggi anche da Segretario del PD Puglia, Marco Lacarra, che spiega: “Sono contento che il gruppo sia addivenuto a questa decisione, frutto del lavoro portato avanti in sinergia dal governo regionale e dalla segreteria del PD Puglia nelle ultime settimane. Si tratta di un passaggio importante che ricompatta il Partito Democratico tutto su una posizione maggiormente rispettosa del nostro dibattito interno e delle istanze dei cittadini”.