La malnutrizione, in particolare in ambito oncologico, ha un riconosciuto impatto negativo sia sugli outcome clinici che sulla spesa sanitaria. Si tratta di un problema molto frequente, che incide negativamente sulla praticabilità e l’efficacia delle terapie, sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita dei pazienti.
I dati parlano chiaro: la malnutrizione aumenta di 2,6 volte il tasso di mortalità, di 3 volte il tasso di complicanze e del 30% la durata della degenza. I pazienti malnutriti rispondono meno alle terapie, in particolare a quelle oncologiche e, in media, ricorrono maggiormente a ricoveri ospedalieri. Si stima che il 20% dei pazienti oncologici muoia per le conseguenze della malnutrizione prima ancora che per la progressione del tumore.
Nonostante tali implicazioni cliniche ed economiche la malnutrizione per difetto è largamente sottovalutata: in Italia lo screening per la valutazione dello stato nutrizionale viene scarsamente utilizzato al momento della diagnosi del paziente e, anche in ospedali virtuosi, non viene effettuato in maniera sistematica.
Secondo gli studi, una valutazione nutrizionale fin dalla diagnosi della malattia e la corretta gestione della terapia di supporto, partendo dal counseling nutrizionale fino all’utilizzo della nutrizione artificiale, consentono di prevenire o trattare efficacemente la malnutrizione, con ricadute positive in termini clinici e anche gestionali ed economici. Da studi farmacoeconomici è emerso che trattare e limitare la malnutrizione riduce in maniera significativa i costi sanitari.