Una lunga lettera inviata al governatore Michele Emiliano, al sindaco Antonio Decaro, al prefetto e all’Ufficio scolastico regionale per ribadire a gran voce il secco no contro il doppio turno di ingresso, disposto dal prefetto. A firmarla 56 presidi di Bari e provincia.
Nel documento vengono elencate le criticità della decisione del prefetto. A cominciare dallo scaglionamento dell’ingresso che comporterebbe uscite oltre le 15 per i licei e oltre le 17 per i professionali. In questo modo dovrebbero essere ridistribuiti i servizi di trasporto pomeridiani, cosa che – si legge nella lettera – non sarebbe stata prevista dal documento prefettizio.
Gli orari di rientro renderebbero difficile anche lo svolgimento dei compiti a casa e penalizzati sarebbero soprattutto i pendolari.
Le scuole si troverebbero nell’impossibilità di svolgere attività didattiche pomeridiane riguardanti la realizzazione di progetti PON, progetti PTOF, attività di sostegno e recupero, attività culturali ed espressive. Sarebbe difficile persino prevedere in orari consoni le riunioni degli Organi Collegiali (Consigli di Classe,Collegi dei Docenti, Dipartimenti Disciplinari, CTS, Consigli d’Istituto, ecc.) nonché colloqui periodici con i genitori, anche on line.
“Con tale prolungamento della giornata di impegno didattico, si impedirebbe di fatto, – continua la lettera – per il corpo insegnante, la possibilità di partecipare ad attività formative programmate e contingenti molto importanti per la ricaduta sulla didattica stessa, cosa di cui potrebbero fruire invece docenti ed istituzioni scolastiche di altri contesti territoriali”.
Sarebbero penalizzate anche attività agonistiche o i corsi extra come quelli di lingua o al Conservatorio. Non potrebbero essere garantite attività di sostegno ai ragazzi disabili oltre un certo orario.
Tutte le scuole, e in particolare quelle che sono impegnate a offrire insegnamento nelle ore serali, si troverebbero nell’impossibilità di avvicendare il personale ATA per funzioni di pulizia, sorveglianza. “Infatti – continua la nota – non si possono costringere tanti collaboratori scolastici (tra cui molti titolari dei benefici della L. 104/1992) a prestazioni di lavoro straordinario e quindi ad operare continuamente per molte ore nello stesso giorno; né l’esiguità dell’organico assegnato alle scuole consente di organizzare turnazioni nelle prestazioni dei servizi ausiliari vieppiù in considerazione della necessità di assicurare pulizie approfondite di locali e suppellettili per garantirne l’igienizzazione e prevenire forme di contagio”.
Molti docenti lavorano su più sedi e questo comporterebbe una dilatazione anche dell’orario di lavoro.
“Pesantissimo sarebbe poi l’impatto degli orari previsti dal Documento operativo sull’organizzazione e sulla vita quotidiana delle famiglie. Famiglie che non hanno la possibilità di accompagnare i figli – continua la nota – specie se si tratta di due figli, in orari incompatibili con gli orari del lavoro. Sarebbero rivisti necessariamente gli orari del pranzo e della cena. Si pensi al caso di più figli che entrano ed escono ad orari ampiamente differenziati”, prosegue il documento.
Altra conseguenza la decurtazione dell’ora di lezione a 50 o 55 minuti per ora. La riduzione delle ore di dieci minuti implica, solo per i licei, la perdita di 1 ora di lezione al giorno, di cinque ore alla settimana e di 20 ore al mese, di 180 ore all’anno, più di un mese di scuola sottratto quest’anno agli studenti che dovrebbero invece anche recuperare il non poco tempo perduto negli ultimi due anni scolastici. Per gli istituti tecnici e professionali la perdita è evidentemente maggiore.
I presidi chiedono un incontro urgente “al fine di valutare attraverso il confronto se esistano le possibilità di rendere più flessibili gli obblighi previsti dal Documento operativo sulla base di una valutazione e di un monitoraggio delle situazioni o delle singole scuole e dei singoli territori – conclude la lettera – Si fa notare inoltre, che noi Dirigenti scolastici abbiamo da gennaio a maggio del 2021 inviato informazioni sui bisogni e sulle situazioni riguardanti i trasporti dei nostri studenti a Città Metropolitana, Regione Puglia, Prefettura, Ufficio Scolastico Regionale e aziended i trasporto coinvolte. Ci sembra strano – concludono – che non si sia potuto tener conto di queste informazioni per meglio studiare ed affrontare la risoluzione del problema ottimizzando I servizi con il potenziamento esclusivamente delle tratte critiche senza compromettere gli orari standard”.