Diffondevano illecitamente su canali Telegram e chat Whatsapp migliaia di copie pirata di riviste, quotidiani, e-book, file musicali, film e fumetti. Nove persone, di cui anche pugliesi, identificate in seguito a segnalazione della Fieg dopo accertamenti della Procura di Bari (avviati nella primavera 2020), sono ora indagate per violazione della legge sul diritto d’autore.
In particolare, alcuni dei nove indagati, residenti in diverse regioni italiane, tra queste come già detto Puglia, ma anche Sicilia, Marche, Campania, Veneto e Lazio, avrebbero sfruttato la diffusione dei file pirata con l’intento, secondo quanto scritto sulle imputazioni, “di guadagnare denaro attirando iscritti e inducendoli a perfezionare l’acquisto di prodotti Amazon sponsorizzati sui canali”.
Nel caso dei file musicali, oltre 4mila, ricevevano invece denaro tramite accredito su una apposita money box associata al canale. L’inchiesta, effettuata dalla Guardia di Finaza e coordinata dal procuratore facente funzione Roberto Rossi, ha portata, dopo poco pi di un anno, alla chiusura di 329 canali Telegram sui quali venivano diffusi i files pirata. Di questi, solo per nove è stato possibile risalire all’identità degli amministratori.
I fatti contestati risalgono, nello specifico, al periodo che va da maggio 2018 all’agosto 2020. Il danno complessivo stimato, al solo settore dell’editoria, ammonta a 670mila euro al giorno che, tradotti in annualità, sarebbero circa 250milioni di euro l’anno.
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