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Battisti, tra emozioni ed inquietudini

Pubblicato da: Ylenia Bisceglie | Mer, 1 Settembre 2021 - 13:00

Soundtrack da ascoltare durante la lettura: “Ancora tu” – Se dovessimo descrivere con un unico aggettivo la musica di Battisti, potremmo utilizzare “universale”. Universale come il linguaggio, come le emozioni, come le sensazioni.
Non si può definire Lucio Battisti un cantautore, perché effettivamente non è lui l’autore dei testi delle sue canzoni, ma potremmo definirlo artista visionario: interprete, compositore ed arrangiatore.
La sua voce è per lungo tempo a disposizione dei testi di Mogol, e proprio da questo sodalizio prendono vita inestimabili capolavori della musica italiana, come “Emozioni” e “Pensieri e parole”.
La forza dei brani non è solo nella sonorità e nel ritmo ma nelle parole da Battisti elegantemente e sapientemente interpretate, capaci di evocare nel pubblico immagini comuni, ma distinte, precise, una collina di ciliegi, una bicicletta, dell’acqua, occhi, risate.
La sua è una semplicità musicale soltanto apparente. I brani sono frutto di lavoro costante, appassionato e meticoloso; nulla è mai lasciato al caso, neanche la copertina dei suoi dischi.
Nel suo stile compositivo Battisti riesce perfettamente a mixare la tradizione melodica italiana a quella d’oltreoceano, in particolare alle sonorità Blues e Rhythm e a sfruttare perfino la sua voce quasi come strumento musicale, nonostante i propri limiti vocali.
Ma la sua è una personalità complessa, che, con l’aumentare del successo diventa tanto più riservata quanto scostante. Lucio non è fatto per essere una rockstar.
Nel 1982 infatti, la sua ultima apparizione ufficiale in pubblico, poi più nulla.
Nessuna intervista, nessuna fotografia. Solo dischi, ogni due anni o poco più un 33 giri. Ad una radio, durante il suo silenzio stampa dice “Non parlerò mai più, perché un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro. L’artista non esiste. Esiste la sua arte”.
Ad oggi la sua arte resta vivida, cantata da generazioni in generazioni. Lucio resta icona leggendaria della musica leggera italiana così come leggendario resta il suo stile, capace di riportare esattamente nel cuore della sua musica. Una faccia pulita, una chioma riccia e irrequieta, un look apparentemente trasandato ma allo stesso tempo originale: giacchette beat, giacche in velluto o camice dalla fantasia indiana.
Al collo l’immancabile foulard, lungo, annodato a mo di cravatta ..e subito, ci ritorna in mente.

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