“Vogliamo che chi di dovere faccia luce sulla questione, perché la chiusura di una scuola è un atto grave. Non può essere fatto con superficialità”. E’ quanto dichiarato da Tonia Guerra, del movimento spontaneo “Salviamo la Del Prete” che negli scorsi giorni ha presentato un esposto al Direttore dell’Usr Puglia, al Ministro dell’Istruzione, al Sindaco della Città Metropolitana di Bari e al Garante dei minori.
Gli obiettivi dell’esposto, spiegati questa mattina nel corso di una conferenza stampa, sono: ottenere risposte e comprendere come mai si è arrivati a tale decisione, ma non solo. I genitori e i diversi comitati coinvolti vogliono che vengano effettuate delle verifiche per comprendere tutto quello che è stato fatto negli ultimi dieci anni sciogliendo il nodo che ha portato, di fatto, alla dismissione di una delle scuole storiche del quartiere Carrassi, dopo ben 93 anni di attività.
In particolare, il Comitato, chiede di fare luce su alcune omissioni, su quanto accaduto negli scorsi anni, sugli organi collegiali mai coinvolti, sull’assenza di coinvolgimento anche formale da parte della scuola e sul perché, tra le altre cose, si procede al trasloco “ignorando le molte richieste di incontro”.
“Vogliamo scongiurare la chiusura della scuola o la sua mutilazione – ha spiegato ancora Guerra, sottolineando l’assenza di risposte alle tante domande effettuate nel corso di questi mesi dal Coordinamento Salviamo la Del Prete. “Abbiamo puntualizzato la questione firme – prosegue – le consegneremo a chi di dovere. Sono oltre mille cartacee e 500 online. E’ un buon risultato considerando che le abbiamo raccolte nel mese di luglio. Adesso ci aspettiamo risposta dalle istituzioni in seguito alla presentazione dell’esposto. Abbiamo deciso di alzare il tiro perché nessuno ci ha ascoltati” – ha specificato.
Ad aggravare la situazione il fatto che, secondo quanto emerso negli scorsi mesi, la scuola potrebbe diventare sede del Municipio. “Confidiamo davvero di essere chiamati e di trovare collaborazione – ha sottolineato ancora Guerra – siamo preoccupati per l’assenza delle istituzioni”. Le classi, intanto, saranno ospitate dalla De Amicis, ma il Comitato non ci sta.
“Confidiamo che si faccia indagine per capire cosa è successo lì dentro. Il 20 è prevista l’apertura delle scuole, noi genitori vogliamo accompagnare i bambini alla scuola in cui li abbiamo iscritti. Ma ad oggi, data dell’inizio formale dell’anno scolastico, non sappiamo nulla” – conclude.