Educare alle lingue straniere per insegnare l’ascolto reciproco e l’importanza della diversità tra culture, ma anche ad apprendere con maggiore facilità le altre lingue divenendo “cittadini del mondo”. E’ uno dei temi cruciali riguardanti il settore scuola ed educazione, soprattutto in Italia in cui sono ancora moltissimi i luoghi in cui viene insegnata solo una lingua straniera, principalmente l’inglese, mettendo spesso in secondo piano le altre, se non negli indirizzi specializzati. Dallo spagnolo al tedesco, sino a passare al francese, ma anche all’italiano e non solo. Sono tante le “pillole di cultura linguistica” che nelle scuole e nei luoghi di educazione di tutto il mondo vengono insegnate ai bambini sin dall’asilo per portare i cittadini del futuro non solo a pensare “bilingue”, ma anche ad imparare, sin da piccoli, l’importanza della diversità, mettendoli subito a confronto con realtà e suoni nettamente differenti da quelli della propria cultura.
Imparare nuove lingue da bambini
Tema fortemente difeso dagli esperti, ma anche dagli stessi educatori, secondo i quali un bambino indotto all’ascolto di più lingue sin da piccolo, non solo apprenderà queste ultime con maggiore velocità, ma avrà modo di imparare anche con maggiore semplicità nozioni preziose, sviluppando maggiore completezza nel linguaggio e, inoltre, nella logica. In altri paesi, come ad esempio la Germania, è pratica ormai consueta. Di fatto, i bambini di nazionalità tedesca, vengono educati sin da subito all’ascolto e all’apprendimento di lingue differenti dalla propria. Non sarà difficile infatti incontrare bimbi, ragazzi e adulti, capaci di comprendere con facilità, oltre alla propria lingua d’origine, anche l’inglese, l’italiano e in alcuni casi anche altre lingue. Lo stesso accade in molti altri paesi in cui, sin da piccoli, all’interno dei luoghi istituzionali e non in cui si fa educazione, ai bambini viene proposto l’insegnamento di almeno altre due lingue oltre alla propria.
La situazione in Italia
Lo stesso non accade in Italia, dove la possibilità è spesso invece dettata da una scelta offerta ai genitori al momento dell’iscrizione. Fatta eccezione per la lingua inglese, nel piano di istruzione delle scuole elementari, medie e superiori, vi è infatti l’opportunità di scegliere corsi tradizionali, dove sarà sempre presente l’insegnamento della seconda lingua più parlata (l’inglese) e, a seconda dei casi o delle preferenze, la possibilità di scegliere almeno un’altra lingua per i corsi “sperimentali”. Diverso è il discorso per le scuole con indirizzo linguistico dove, oltre all’inglese, agli studenti viene proposta la scelta di due lingue. Solitamente si tratta di
imparare il tedesco, il francese e spagnolo. A fare il punto della situazione sul tema in Italia, in merito al discorso dell’educazione e delle lingue straniere, è stato, tra gli altri Paolo Balboni, tra i fondatori dell’Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere. Uno dei problemi più gravi evidenziati è l’assenza di un insegnamento specifico a partire dalla scuola primaria. Secondo Balboni, coinvolgendo i bambini sin da piccoli in progetti dedicati allo studio delle lingue, si motiveranno quest’ultimi ad arricchire il proprio lessico e ad avere maggiore facilità di apprendimento delle lingue. In questo modo, lo studio delle lingue non sarà più dettato da una scelta, ma dalla consapevolezza dell’importanza su cui si basa l’educazione alle lingue.