Cresce dell’1% in 4 regioni il tasso di occupazione di terapie intensive da parte di pazienti Covid: Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Toscana. Anche il valore nazionale, dopo settimane di stabilità, segna +1%, raggiungendo quota 4%. È quanto emerge dal monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che confronta i dati del 9 agosto con quelli del giorno prima. E’ stabile la Sardegna all’11%, oltre la soglia del 10%, uno dei nuovi parametri per il cambio di colore. Segno meno invece per la Pa di Trento che torna a 0.
Questo, nel dettaglio, il tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva nelle singole regioni da parte di pazienti affetti da Covid-19: Abruzzo (1%), Basilicata (1%), Calabria (2%), Campania (3%), Emilia Romagna (+1%, arriva al 4%), Friuli Venezia Giulia (1%), Lazio (+1%, arriva al 7%), Liguria (7%), Lombardia (+1%, arriva al 3%), Marche (3%), Molise (3%), PA di Bolzano (2%), PA di Trento (-1%, raggiunge quota 0%), Piemonte (1%), Puglia (3%), Sardegna (11%, oltre soglia del 10%), Sicilia (7%), Toscana (+1, raggiunge quota 5%%), Umbria (1%), Valle d’Aosta (0%) e Veneto (2%).
Resta al 5%, a livello nazionale, il tasso di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid nei reparti di area non critica degli ospedali. Ma sono 7 le regioni che vedono un aumento dell’1%: Abruzzo (arriva al 4%), Campania (al 7%), Emilia Romagna (al 5%), Lazio (al 7%), Molise (al 2%), Puglia (al 4%) e Sicilia, che arriva al 14% subito sotto la soglia del 15%, indicata come uno dei parametri per il cambio di colore delle regioni. Mentre il Veneto vede un calo dell’1%.
Il numero di contagi settimanali da Sars-Cov-2 per 100.000 abitanti, relativi alla settimana 2-8 agosto, è di 68,91 a livello nazionale, in crescita rispetto ai 63,65 registrati dal 26 luglio al primo agosto. Ma tre regioni superano quota 100: Sardegna (142,03), Toscana (119,73) e Sicilia (104,55). E proprio la Sardegna e la Sicilia sarebbero quelle che rischiano il passaggio in zona gialla.
“I responsabili delle terapie intensive ci dicono che quasi tutti i loro pazienti affetti da Covid, il 90%, non sono vaccinati, e ciò conferma che il vaccino è l’arma più efficace a nostra disposizione per contrastare la pandemia e i suoi effetti peggiori.” Lo spiega Giovanni Migliore, Presidente della Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere (FIASO). “L’allarme sulla ripresa dei ricoveri, alcuni gravi da richiedere la rianimazione, conferma la necessità di non abbassare la guardia e di proseguire nella campagna di vaccinazione”. (Ansa)