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Acquaviva, il sindaco mette i rubinetti alla fontana: “Acqua sprecata, pazienza se vi sembra un bidet”

Pubblicato da: redazione | Mar, 10 Agosto 2021 - 17:00
Il sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci con un post insolito fa due conti in tasca del Comune e spiega ai cittadini la necessità di risparmiare acqua e denaro. “Pubblico le bollette che paghiamo ogni due mesi per l’acqua che il Comune eroga dalla fontana di piazza Vittorio Emanuele. La media – sottolinea – è di 1600-1700 euro, all’incirca 10mila all’anno. Con questo dato non voglio far pesare il costo economico di un servizio offerto a cittadini e visitatori da una città che si chiama Acquaviva delle Fonti, quanto dare l’idea di quanta risorsa idrica si consumi in un momento drammatico come questo.
Gli invasi dell’Aqp si stanno svuotando e la società ha lanciato a dicembre la campagna ‘Siamo in riserva’: da allora la situazione è peggiorata notevolmente, visto che negli ultimi cinque mesi le piogge sono state praticamente assenti.
Pochi giorni fa Coldiretti ha denunciato: “Le piogge che mancano e l’erogazione di acqua “a singhiozzo” dai pozzi stanno compromettendo il settore agricolo pugliese, in una settimana sono diminuite di 9 milioni di metri cubi”. Un accorato appello ad evitare gli sprechi d’acqua è partito anche dal consigliere regionale Fabiano Amati.
Perfino ad Acquaviva, che per secoli ha dato da bere a tutto il circondario – spiega ancora –  gli effetti della siccità sono sempre più visibili: la terra ci ha restituito quest’anno cipolle in miniatura e il livello dei pozzi, come ha dovuto constatare ieri il presidente dell’Archeoclub di Acquaviva Marco Bruno, si è ridotto a UN QUARTO di quello che si nota normalmente.
Perciò, posso capire che i rubinetti montati sulle quattro fontane non sono il massimo dal punto di vista estetico. Ma è un intervento PROVVISORIO in attesa di riqualificare l’intera piazza (la gara è stata pubblicata già da qualche settimana) e con essa la fontana monumentale.
Questa non solo sarà preservata ma sarà dotata di un nuovo impianto idraulico che riporterà in vita gli zampilli che oggi non si vedono più, quelli che emergevano dai bordi della vasca attraverso un sistema che da parecchio tempo è andato in tilt. Inoltre saranno riattivati tutti e quattro i beccucci esistenti e non solo i due attualmente in uso. Si farà in modo di evitare, però, che continuino a far fluire acqua incessantemente a vuoto ma si sta studiando un sistema di razionalizzazione del consumo, probabilmente attraverso un pulsante a terra.
Nel frattempo abbiamo già dato indicazione di ridurre la pressione e di acquistare un’elettrovalvola che ci consenta di sospendere l’erogazione nelle ore notturne.
Di fronte all’emergenza idrica in corso, certe considerazioni poetiche sull’acqua che non può essere più schizzata da una fontana all’altra come facevamo quando eravamo bambini, potrebbero ispirare un commento del mitico grande capo di Lillo e Greg. Tuttavia, non siamo affatto insensibili al valore ‘identitario’ che ha quella fontana per la nostra città. Solo che non è più tempo di far esprimere il senso del motto ‘pura defluit’ a un getto continuo di acqua potabile, bensì di farlo emergere dall’acqua di riciclo, come si tende a fare oggi in tutto il mondo.
Acquaviva sta scommettendo sul riuso delle acque reflue: abbiamo realizzato un impianto da quasi 4 milioni di euro che sta cominciando a servire l’agricoltura locale e che presto sarà ampliato. Continuiamo ad andare in questa direzione: il nostro rapporto con l’acqua non può essere lo stesso dei secoli passati, va aggiornato, in agricoltura come nell’arredo urbano.
E pazienza se per qualche mese conviveremo con un rubinetto che a qualcuno ricorda un bidet ma che è stato pensato anche per valutare quanto possiamo risparmiare usando con accortezza l’acqua. Meglio un piccolo e temporaneo pugno nell’occhio dello sciupio di un elemento naturale – conclude – che dobbiamo abituarci a considerare non infinito. Riusciremo a sopravvivere per qualche mese a questa “grave compromissione della nostra storia e della nostra tradizione?”.
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