A Bari come nel resto d’Italia è scattato l’obbligo del green pass per ristoranti, piscine, palestre, cinema, stadi e teatri. Questa mattina chi ha voluto fare colazione all’interno delle caffetterie, nei salottini dei bar da Poggiofranco alla zona più turistica della città vecchia (ma non al bancone), ha dovuto mostrare il proprio certificato verde di vaccinazione.
L’attuazione del decreto anti Covid è però agli albori, e ogni locale applica una metodologia di controllo differente. Per entrare a consumare all’interno della catena internazionale di fast food, come McDonald’s, c’è il prefiltraggio da parte di un addetto alla sicurezza che singolarmente verifica il green pass o il qr code.
In tal caso il personale attraverso l’app scaricata sul cellulare procede a verificare l’autenticità del codice. Diversa la situazione in tanti altri locali del capoluogo pugliese, dove la maggioranza dei clienti d’estate privilegia i tavoli all’esterno (per cui non ci sono limitazioni) e in altri casi la supervisione presenta falle o semplice superficialità nel far rispettare le norme.
Si tratta di un debutto quindi a macchia di leopardo, e che evidenzia la necessità di un monitoraggio costante da parte delle forze dell’ordine per non far rimanere solo sulla carta le indicazioni sul certificato verde. Diverso la prospettiva per i ristoranti e pub non dispongono di dehor.
Intanto il governo Draghi ha esteso l’obbligo anche per scuola, università e trasporti a lunga percorrenza. Il testo, 10 articoli, entra in vigore il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dunque entro il 7 agosto. “Abbiamo approvato un nuovo decreto legge. In questa fase la scelta è investire sul pass per evitare chiusure e tutelare libertà”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.