A distanza di pochi anni accade che in Consiglio Regionale, in piena estate, tutti i gruppi politici sottoscrivono ed approvano un emendamento per ripristinare la liquidazione di fine mandato (una mensilità per ogni anno di mandato partendo dal 2013.. fate voi i conti) non finanziato dagli accantonamenti previsti per esempio dal TFR dove il “dipendente” accantona quegli importi in busta paga, ma con fondi pubblici.
Ora, se a tutti voi sta bene questa cosa o il massimo che sapete fare è contestare su Fb – e qui è chiaro il riferimento alla Laricchia – buon per voi. Io non mi arrendo a questo nuovo attacco della Casta che in un momento di grande difficoltà sociale ed economica ripristina vecchi privilegi e poi va in TV a raccontare che bisogna eliminare il Reddito di Cittadinanza (tranne il M5S che parla di riformare lo stesso).
Per questo vi invito alla manifestazione, domani, dalle 10 alle 20 che si terrà fuori dai cancelli del Palazzo del Consiglio Regionale in via Gentile (quello nuovo) per chiedere agli illustri consiglieri (TUTTI) annullare con nuovo atto il privilegio rimesso in piedi o di “firmare” una cambiale pari all’importo della liquidazione potenzialmente maturata devolvendo tali importi alla comunità pugliese (associazioni ricerca, di assistenza, scuole, ecc.). Vi aspetto – conclude – al CAMBIALONE DAY!”.
Intanto anche sui social impazzano polemiche sulla bacheca del governatore Michele Emiliano. “Sulla spinta di quello che nei corridoi del consiglio tutti chiamavano populismo spicciolo (in larga parte alimentato dai 5 stelle) – scrive un utente – nel 2012 fu approvata una norma che aboliva l’assegno di fine mandato, il tfr dei consiglieri regionali. Oggi, alla vigilia del momento in cui verranno a galla gli effetti di un anno e mezzo di restrizioni e pandemia che si ripercuoteranno sulla pelle di cittadini e piccole imprese, il consiglio eletto lo scorso anno approva il reintegro dell’assegno di fine mandato. E lo fa all’unanimità dei presenti (quindi con ampio accordo tra le parti), facendo fare il lavoro sporco (la presentazione dell’emendamento) ad un manipolo di consiglieri di minoranza”.