In attesa della cabina di regia e del Cdm, che sono previsti domani, allo studio ci sarebbero le nuove misure per la scuola e i trasporti mentre, almeno per ora, non si discuteranno le norme sul certificato nei luoghi di lavoro e resta un rebus l’ipotesi di Pass per alcune categorie di lavoratori.
Per il personale scolastico, l’ipotesi che circola in queste ore in ambienti di maggioranza, sarebbe quella di introdurre l’obbligo del pass, anche considerando che l’incidenza di vaccinati tra insegnanti e personale è già altissima, dell’85% circa: sono invece quattro le Regioni che registrano un numero consistente di scettici del vaccino tra i prof (Sicilia, Liguria, Sardegna e Calabria). Resta in campo, ma è meno probabile, l’ipotesi di intraprendere percorsi specifici con misure ad hoc, come la Dad, laddove il numero di immunizzazioni fosse stato ancora basso.
Tra le forze politiche era anche spuntata l’ipotesi di allargare la platea di persone per le quali il ‘lasciapassare’ dovrebbe diventare tassativo. L’idea, che sembra per il momento accantonata, era di rendere obbligatorio, dai ristoratori agli istruttori delle palestre, il passaporto verde in tutti quelle attività per le quali ne è prevista l’esibizione. Ma la prima difficoltà sarebbe stata sui tempi: da venerdì prossimo il pass sarà già necessario per l’accesso a spettacoli, cinema, centri termali, piscine, palestre e ristoranti al chiuso e anche nel caso di consumazione ai tavoli che si trovano all’interno dei bar. Sono ore determinanti anche per l’approvazione in generale del Piano Scuola, in vista del rientro a settembre.
Il documento dovrebbe essere discusso, non è ancora chiaro se informalmente, dai governatori domani in una riunione straordinaria della Stato-Regioni. L’intenzione del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – e di tutto l’Esecutivo – è di ripartire con le lezioni in presenza, seguendo la linea dettata dal Comitato Tecnico Scientifico nel suo ultimo parere fornito al dicastero. Da questo punto di vista sarà anche determinante l’aumento del numero delle corse, visto che l’80% della capienza non è sufficiente a garantire distanziamento su metro e autobus. E a Roma, grazie al rinnovo di un protocollo tra Campidoglio e Vicariato, centinaia di ragazzi potranno seguire le lezioni scolastiche nelle aule del catechismo e negli spazi parrocchiali anche per il 2021-2022. Continuano a correre le inoculazioni.
In questo mese, infatti, le somministrazioni proseguiranno, nonostante gli attacchi e i tentativi di boicottaggio degli hacker. Il Lazio, che di fronte all’attacco dei pirati informatici non ha mai bloccato le inoculazioni, è pronto a riprendere le prenotazioni nell’arco di 72 ore e lo stesso ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini, dopo aver visto il Commissario Figliuolo conferma: “il lavoro negli hub vaccinali di tutta Italia andrà avanti, senza sosta, anche in questo mese di agosto. Il vaccino è libertà. Procediamo spediti. E’ la strada giusta”.
I governatori sono pronti a discutere anche la bozza di Protocollo per la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzo contenuto, il provvedimento – d’intesa con il Commissario, il ministero della Salute e le farmacie – prevede un prezzo calmierato dei tamponi, che potrebbe attestarsi sui 6-7 euro. In vista del Consiglio dei Ministri, l’unico nodo resta l’applicazione del green pass nei vari settori e categorie di lavoratori. L’introduzione dell’obbligatorietà del certificato per i trasporti a lunga percorrenza (su aerei, treni e traghetti) è quasi certa, ma avverrà solo da inizio settembre.
Sul certificato verde c’è poi lo scoglio delle forze politiche: circa 1.300 emendamenti sono stati presentati in commissione Affari sociali alla Camera al decreto che introduce dal 6 agosto l’obbligo del lasciapassare in determinate attività e, di questi, 916 proposte di modifica arrivano dalla sola Lega, che è critica sul tema. Secondo un sondaggio di Confesercenti, invece, il 47% degli italiani già si è procurato il documento, mentre il 20% segnala di aver iniziato l’iter per ottenerlo. Rimane, però, un 21% che resiste all’idea dell’obbligo di certificato vaccinale e dichiara di non volerlo ottenere. Dal sondaggio emerge anche che il 46% degli imprenditori del settore ristorazione teme che l’introduzione dell’obbligo “avrà un effetto negativo”, con aumento dei costi a carico dell’impresa e riduzione dei fatturati, mentre solo il 29% spera in un effetto positivo. Tra i consumatori, invece, prevale l’ottimismo.
(Ansa)