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Covid, terapie intensive stabili in Italia ma non in Puglia: crescita dell’1%

Pubblicato da: redazione | Mer, 4 Agosto 2021 - 13:05

In Puglia, a differenza delle altre regioni, cresce dell’1% il tasso di occupazione delle terapie intensive da parte dei pazienti affetti da Covid. Mentre a livello nazionale il tasso resta fermo al 3%, lo stivale d’Italia ha un balzo, sebbene minimo, che desta preoccupazioni.

E’ quanto emerge dal monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Agenas che in particolare ha confrontato i dati del 3 agosto rispetto a quelli del giorno precedente. Le uniche regioni ad essere in controtendenza sono Marche, Sicilia e Provincia di Bolzano che vedono un calo del -1%.

Nessuna regione però supera la soglia di saturazione del 10%, parametro principale indicato per l’eventuale cambio di colore. A trovarsi in bilico su questo valore è la Sardegna, le altre sono sotto il 4%.

Entrando più nel dettaglio, i valori delle singole regioni sono i seguenti: Abruzzo (1%), Basilicata (1%), Calabria (3%), Campania (2%), Emilia Romagna (3%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (5%), Liguria (6%), Lombardia (2%), Marche (2%, con -1%), Molise (3%), Bolzano (2%, con -1%), Trento (1%), Piemonte (1%), Puglia (3%, con +1%), Sardegna (10%), Sicilia (4%, con il -1%), Toscana (4%), Umbria (2%), Valle d’Aosta (0%) e Veneto (2%).

Stabile, al 4%, l’occupazione dei posti letto all’interno dei reparti ospedalieri. Oltre alla Puglia, le altre tre regioni che vedono un aumento giornaliero almeno dell’1% sono Friuli Venezia Giulia (a quota 2%), Lazio (che sale al 6%) e Lombardia (sale al 4%). In linea generale, le regioni che vedono un maggior peso nei reparti ordinari di malattie infettive, medicina interna e pneumologia sono quelle del Centro Sud.

In testa c’è la Sicilia, con un tasso di occupazione dell’11%, seguita poi da Calabria (9%), Basilicata, Campania e Lazio (6%). Nessuna supera la soglia del 15%. Per quanto riguarda i ricoveri in area medica non critica, ecco la situazione specifica per regione: Abruzzo (3%), Basilicata (6%), Calabria (9%), Campania (6%), Emilia Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (2%, con il +1%), Lazio (6%, con +1%), Liguria (2%), Lombardia (4%, con +1%), Marche (3%), Molise (1%), Bolzano (2%), Trento (2%), Piemonte (1%), Puglia (3%), Sardegna (5%), Sicilia (11%), Toscana (3%), Umbria (2%, con il -1%), Valle d’Aosta (4%, con il +1%) e Veneto (2%). (Ansa)

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