Venticinque milioni di euro. E’ la cifra che, secondo quanto riferisce il quotidiano La repubblica, ha chiesto la famiglia di Lorenzo Zaratta per la morte del piccolo, avvenuta nel 2014 per un tumore al cervello. Lorenzo non riuscì a sopravvivere alla malattia – scoperta quando aveva solo tre mesi di vita – che lo portò via all’età di 5 anni il 30 luglio.
Secondo una perizia fatta propria dai pubblici ministeri della procura di Taranto a causargli la malattia sono state le polveri e le altre emissioni inquinanti dell’acciaieria ex Ilva. Per questo nove tra dirigenti e funzionari dell’epoca sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo.
La mamma di Lorenzo durante la gestazione aveva lavorato nel rione Tamburi, quello esposto alla fabbrica, in uno studio professionale. Da lì sono partite le indagini che comproverebbero il nesso di causalità tra l’inquinamento e la malattia che ha causato la morte del bambino che avrebbe assunto sostanze velenose durante il periodo in cui era allo stato fetale” e avrebbe così sviluppato una “malattia neoplastica che lo conduceva a morte”.