In occasione del 29°anniversario della strage di via D’Amelio, in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, questo pomeriggio il sindaco di Bari Antonio Decaro ha deposto una corona di fiori sulla facciata esterna di Palazzo di Città alle 16.59, ora in cui esplose l’autobomba carica di tritolo in via D’Amelio.
“A poche settimane di distanza dalla morte del giudice Falcone, lo Stato e il popolo Italiano subirono un altro durissimo colpo con la morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta. Un gesto tanto vile quando arrogante da parte delle mafie che volevano far valere la loro supremazia sulla legge pensando di intimidire definitivamente la giustizia e lo Stato e dissuaderli dal proseguire con la lotta alla criminalità organizzata – ha commentato il sindaco Decaro a margine delle breve cerimonia -.
Purtroppo per loro e per fortuna per noi, la morte del giudice Borsellino rappresentò l’inizio della fine, e da quel giorno niente è stato più come prima. Perché tutti: Stato, cittadini, magistratura, forze dell’ordine, associazioni, si sentirono improvvisamente colpiti al cuore e capirono che era quello il momento per reagire in maniera forte, decisa, totale, così da non lasciare più spazio a quella violenza. Oggi noi siamo chiamati a raccogliere quel testimone di riscatto e partecipazione civile e a farlo nostro nelle piccole e grandi battaglie quotidiane, da un atto di vandalismo, alla garanzia di un diritto, alla lotta contro le mafie e tutte le culture mafiose presenti ancora nei nostri territori e nelle nostre città.
In queste cerimonie, nella cerimonie di qualche giorno fa in ricordo di Michele Fazio, nelle denunce anonime degli imprenditori che si ribellano alle estorsioni, nelle azioni che ormai settimanalmente portano avanti le forze dell’ordine, demolendo uno ad uno pezzi di sistemi illegali, vivono gli anticorpi maturati in questi 29 anni, grazie al sacrificio di persone come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sta a noi rendere questi anticorpi sempre più forti, fino a sconfiggere il male, ricordando in particolare alle nuove generazioni, ai più giovani, il senso e il valore di quel sacrificio”.