“Questa é la storia di una adozione flash al Canile Sanitario di Bari”. Comincia così un lungo post sulla bacheca del sindaco Antonio Decaro di un papà che ha portato a casa un cagnolino dal canile, poi però ripreso dal volontari per “incompatibilità”.
“Vediamo un post di cuccioli e siccome ci inteneriscono proviamo ad adottarne uno. Andiamo al canile e troviamo il nostro piccolo amico – racconta – . Primo passo un primo colloquio con la referente che cura l’adozione. Domande di tutti i tipi. Secondo step confermiamo con il numero di chip il nostro peloso e ci chiedono di compilare un questionario con una marea di domande tipo…. Se muore uno di coniugi chi curerà il cane? …. Se perdete il lavoro chi curerà il cane? ecc. Ecc. Dopo questo questionario ci chiedono un video di casa. Dopo un video di casa la stessa referente viene a casa a visionare la casa e ci chiede anche se la casa é di proprietà o in affitto. Forse I cani hanno bisogno di una casa certa e garantita negli anni. Ok ci da conferma che diamo idonei. Ci prepariamo all’accoglienza con i bambini che sono felicissimi. Cuccia, cuscino, croccantini, traverse e 4/5 giochi adatti al cucciolo. Per mettere in sicurezza la casa mia moglie compra 2 cancelletti di quelli per i bambini. Insomma una bella spesa ma siamo felici Paco arriva a casa”.
“È durissima – continua il post – ma leghiamo subito con Paco, diventa subito membro della famiglia. Unico problema il più piccolo dei bambini, di 4 anni, in alcuni momenti gioca fino a farsi mordicchiare da Paco e in alcuni momenti il cagnolino rimane sul divano perché non vuole essere avvicinato nei suoi momenti di vivacità. Dopo 48 ore e due notti passate sul divano per seguire Paco nelle sue scorribande notturne e pipi e cacche in giro per casa, mia moglie il giorno dopo, scrive un messaggio alla refente, per spiegare il comportamento del bambino e cercare di capire. Lei stessa ci aveva detto “Non preoccupatevi, disturbatemi quando volete, sono a vostra completa disposizione”. Il risultato? Un messaggio dove dice “solo dopo 48 ore già siete in crisi” E infine ci dice di portarlo indietro perché sembrava evidente l’incompatibilità col piccolo”.
” Senza altri ma e senza altri perché, così ha deciso. Abbiamo riconsegnato Paco a lei , tramite una sua delegata, e ora Paco non é più al canile, e non possiamo più riaverlo. L’abbiamo pregata in tutti i modi. Nulla! Nessuna risposta. Ho provato a parlare anche con la direttrice, persona gentile e cordiale ma sembrava non poter fare nulla, e ci ha proposto in futuro uno stallo, ma di Paco nulla”.
“A Pietro Petruzzelli e Antonio Decaro chiederei solo di dare una mano in più al Canile -conclude il post – perché dovendo combattere con tante problematiche economiche e burocratiche, forse trascurano un po’ la parte umana e di rapporti con le persone che adottano”. “Conosco questa famiglia – spiega Peppino Milella, presidente dell’associazione IX maggio – il papà mi ha raccontato che i piccoli sono disperati perché rivogliono il loro amico peloso. Dopo tutti quei controlli è possibile allontanare un animale in questo modo?”.